martedì 14 giugno 2022

Recensione in anteprima: La favorita del Re


Recensione in Anteprima: La Favorita del Re

 



Autrice. Loretta Minnozzi

Genere: Divertissement, romanzo epistolare, narrativa breve
Anno di pubblicazione: agosto 2022


Sinossi della trama

Una visita culturale ad un antico maniero ricco di storia porta ad una svolta più unica che rara: durante un intervallo tra le spiegazioni della guida turistica, uno scintillio fra le frasche del giardino permette di scoprire uno scrigno sepolto e dimenticato nei secoli, contenente diverse lettere provenienti da passato lontano.


Commento al testo

Di primo acchito, questo piccolo volume si può ritenere tranquillamente un'ode al passato in tutto e per tutto: prima ancora che nel registro stilistico, l'autrice infatti utilizza e ricicla a modo proprio diversi concetti, modi e stilemi narrativi di altri autori per dare corpo a qualcosa che però si rivela infine nuovo, che imita e si distacca al tempo stesso dai modelli di riferimento più evidenti.

La cornice narrativa richiama con assoluta prepotenza lo stesso espediente utilizzato dal Manzoni nella sua opera più nota, i Promessi Sposi: anche il ben noto scrittore ottocentesco finge infatti di aver ritrovato ed aggiornato un antico manoscritto di un ignoto autore per ridare vita a vicende ipoteticamente vissute in un passato lontano e da lui stesso invece inventate e ambientate all'interno di una cornice storica realistica. Sempre restando sull'aspetto formale e stilistico dell'opera, il fulcro è composto da varie lettere che vengono riportate dall'autrice nel giusto ordine, lasciando così alle parole dirette scritte dai vari personaggi la descrizione dei loro rapporti e della vita dell'epoca, senza filtri o narrazioni intermedie di sorta, avvicinandosi così alla forma del romanzo epistolare che era altrettanto in voga in tempi passati. Ma a differenza di romanzi più noti di quel genere o di altri romanzi consimili, come ad esempio le Ultime lettere di Jacopo Ortis o Dracula di Bram Stoker, il tono dell'opera è decisamente più leggero e anzi è agli antipodi rispetto ai testi più classici.

Le varie lettere vorrebbero inscenare vari scambi epistolari tra la Contessina Artemisia, una giovane rampolla di buona famiglia cattolica che ha suscitato le attenzioni del Re di Francia in persona al punto da volerla come sua nuova amante e quindi Favorita, e vari interlocutori ad un livello sociale piuttosto elevato. Le varie epistole si inseriscono idealmente all'interno di vicende storiche passate sospese nel tempo e nello spazio, in cui la precisione cronistorica non è così pregnante quanto invece la visione del mondo cortese e dell'alta società di un tempo che viene resa dalle varie lettere: il modo di scrivere ampio, ricercato e desueto dei vari testi rimanda a modi di fare che soprattutto nell'immaginario comune dovevano essere quelli dei nobili, tanto pomposi e prolissi da essere anche baroccheggianti e distanti da tutto e da tutti, nel tentativo di dare una patina di raffinatezza a ciò che invece non ne aveva in sostanza alcuna. Lo stesso contenuto delle lettere è spesso piuttosto palese in tale intento dissacrante dell'alta società del passato, proprio perché è molto poco plausibile che certe confidenze venissero fatte per via epistolare... e soprattutto venissero fatte da certi personaggi dai nomi e dai titoli altisonanti e che sono in realtà smaccati rimandi ai tempi odierni.

La vera particolarità dell'opera che davvero la allontana dai modelli di riferimento e li reinventa fino al punto da avvicinare il testo al genere del divertissement è dato non dalla sospensione dell'incredulità, ma dai tanti dettagli disseminati con sagacia dall'autrice, a cominciare dai nomi stessi di alcuni degli autori delle varie lettere, che non fanno nemmeno un grande sforzo per nascondere la connessione, i riferimenti e la parodia di temi e vicissitudini molto più presenti ed attinenti al XXI secolo piuttosto che al vago Cinquecento in cui le lettere sono idealmente collocate: i vari timori verginali di una ragazza prescelta per diventare la nuova concubina del potente e vanaglorioso sovrano, i dubbi e le riflessioni filosofiche di Artemisia e le relative risposte, le indiscrezioni di vari servitori e paggi, i programmi e le intromissioni dei genitori della Contessina mascherano dietro a ricostruzioni storiche l'intento anche piuttosto aperto di prendere di mira e dileggiare sfacciatamente diversi aspetti e anche non poche concezioni dell'epoca contemporanea, fornendo una visione e una parodia dei tempi moderni tramite uno schermo narrativo sottile e stilisticamente ricercato al tempo stesso.

L'epilogo, che giunge molto presto, lascia molto spazio alla fantasia e su come i rapporti e la vita della protagonista siano proseguiti, ma al tempo stesso lasciano anche al lettore tempo e modo di riflettere e ragionare sui tanti temi proposti senza dilungarsi in una cornice narrativa troppo stringente.