martedì 31 marzo 2020

Recensione: Lo Scudo di Talos

Lo Scudo di Talos


Autore: Valerio Massimo Manfredi
Genere: Storico
Anno di pubblicazione: 1988
Editore italiano: Mondadori (1988, 1990, 2013, 2016)

Sinossi della trama
Il piccolo Kleidemos è uno spartiato con la sfortuna di nascere storpio nell'inflessibile società guerriera spartana e viene quindi abbandonato dal padre alle pendici del Monte Taigeto, affinché venga esposto alla natura e muoia. Tuttavia il piccolo viene trovato dal pastore ilota Kritolaos e cresciuto come un membro della classe più bassa della società spartana.
Un giorno soccorre la giovane Antinea, contadina di cui si stava innamorando, da un'aggressione da parte di alcuni spartiati e benché abbia la peggio le sue capacità di combattente vengono comunque notate da Brithos, capo della banda di assalitori, e la vita di Talos viene risparmiata in quello che non sarà l'ultimo incontro con lui, mentre i Persiani si trovano alle porte della Grecia...

Commento al testo
L'autore ricama un protagonista alquanto peculiare in un periodo storico ben noto, quello delle guerre persiane, inserendolo in un percorso tortuoso tra due realtà sociali molto ampie, complesse ed apparentemente inconciliabili e in questo percorso il protagonista deve anche affrontare un'identità, la propria, sempre oscillante tra tali due realtà.
Questa dualità si ripercuote non solo in tutta l'opera, ma addirittura nell'impianto stesso del romanzo, che è infatti diviso in due parti, in cui in una il protagonista si riconosce come Talos e nell'altra invece come Kleidemos e come tale arriva per lo più a comportarsi.
Interessante è altresì notare come l'antichità sia ricostruita superbamente, non solo nei tratti dei grandi eventi storici, ma anche nelle istituzioni realmente esistite e perfino negli aspetti più marginali e comuni della vita quotidiana e della società spartana del tempo: l'ambiente che ne emerge è vivo, vibrante e credibile e in esso si muovono i personaggi con le loro visioni, passioni, paure, onori e vergogne. Soprattutto, le vicende narrate risultano talmente accurate nella collocazione storica da risultare perfettamente credibili, come se la storia la si stesse vivendo davvero e non fosse una semplice raccolta di eventi come quelli che si studiano sui banchi di scuola.
Ad esse poi si sommano eventi apparentemente soprannaturali, che però trovano la loro coerente spiegazione: droghe, suggestioni, trucchi e torture, riti e celebrazioni religiose sono tutti elementi che contribuiscono a dare ulteriore colore alle vicende e aggiungono quel tocco vivace che non solo spinge gli eventi, ma che era un'altra parte molto presente nella vita dell'epoca.

Curiosità
La ricostruzione effettuata dall'autore degli eventi e delle figure storiche prende a piene mani dalle “vite Parallele” di Plutarco, ma anche molti di quelli che sono dei personaggi minori all'interno della trama sono ricalcati sul modello di figure realmente esistite e che hanno davvero compiuto le azioni descritte nel romanzo, seppur con nomi diversi e con vite e vicende funzionali alla trama.

sabato 28 marzo 2020

Recensione: Narciso e Boccadoro

Narciso e Boccadoro


Autore: Hermann Hesse
Anno di pubblicazione: 1930
Genere: Narrativa – Romanzo di formazione
Editore italiano: Mondadori (3 edizioni del 1933, 1978 e 1981)

Sinossi della trama
Il giovane monaco Narciso è un dotato filosofo e studioso, che già in giovane età viene insignito dell'incarico di assistente di greco nella scuola del Monastero di Mariabronn. Un giorno vi arriva Boccadoro, figlio di un notabile locale, orfano di madre e disprezzato dal padre in quanto erede della peccaminosa natura della misteriosa figura materna.
I due giovani stringono una forte amicizia, ma il percorso da studioso di Boccadoro viene impedito dallo stesso Narciso, il quale gli rivela che la natura del ragazzo non è contemplativa come quella dello stesso monaco, bensì è più sensibile.
Dopo alcune timorose esperienze di violazione delle regole del monastero che sembrano inizialmente sconvolgerlo, Boccadoro conosce infine una donna che per lui è disposta a tradire il marito e il ragazzo decide di abbandonare il monastero e di abbandonarsi appieno alle nuove esperienze che l'amore e i sensi gli offrono e che non ha mai davvero esplorato.
Quella notte, Boccadoro perde la verginità e tutta la vita che aveva precedentemente conosciuto, per intraprendere una vita errabonda, dominata dall'arte e dalla passione.

Commento al testo
Come è suo tratto distintivo, il romanzo di Hesse non ricostruisce in maniera particolarmente accurata il periodo storico in cui le vicende sono ambientate, lasciando l'intero intreccio in un vago passato dal sapore medievale, perché il fulcro dell'opera si basa sul rapporto e l'antitesi tra le visioni e le prospettive di entrambi i protagonisti.
Le vicende di Boccadoro e la sua ricerca passionale e affidata al mondo dei sensi prende la maggior parte del romanzo, dando maggior risalto all'anima inquieta dell'artista, incapace di trovare il proprio posto nel mondo e disposto a correre anche numerosi rischi e a passare sopra a qualsiasi morale per inseguire l'amore e ad assecondare la propria passione fisica nel corso di una vita piena di scoperte piacevoli e dolorose, con una certa influenza anche della filosofia di Nietsche. Per converso, il motore iniziale delle vicende è Narciso, talentuoso e abile studioso e filosofo, è capace di intuire la psiche e la natura delle persone, realizzata dall'autore con un'influenza non solo stilistica delle teorie all'epoca molto diffuse di Jung: queste capacità lo portano ad una vita molto più contemplativa e a cercare risposte, soddisfazione ed illuminazione attraverso lo studio e l'esplorazione delle varie vie della sapienza, che tuttavia appaiono molto più accennate che non effettivamente esplorate dall'autore.
Il romanzo è narrato con una prosa molto introspettiva ed è incentrata soprattutto sulle scoperte e sulla sfera psicologica del personaggio narrante, lasciando quindi i vari personaggi come dei complementi che permettono nuove scoperte ed interazioni piuttosto che essere parte di una narrazione più complessa, ma d'altronde non pare essere questo l'intento dell'autore, che cerca piuttosto di mostrare un percorso per tentare di arrivare ad una verità e ad una serenità superiore che nessuno dei due protagonisti pare essere in grado di raggiungere, non comunque da solo.
Leggere Narciso e Boccadoro significa addentrarsi in un percorso che non tiene conto della normale socialità, che è un elemento che rimane spesso e volentieri sullo sfondo, quasi un'intelaiatura che al tempo stesso sostiene ed intralcia l'esistenza: l'importante è andare alla scoperta di sé, delle proprie inquietudini e del contemperamento o della contrapposizione tra spiritualità e sensibilità materiale alla ricerca di certezze e della serenità.

venerdì 27 marzo 2020

Recensione: Siddhartha

Siddhartha


Autore: Hermann Hesse
Anno di pubblicazione: 1922
Genere: Poema indiano – Romanzo di formazione
Editore italiano: Frassinelli (1945), Adelphi (edizioni del 1975 e del 2012)

Sinossi della trama
Siddharta, irrequieto ed insoddisfatto figlio di un brahmino di un anonimo villaggio indiano, decide un giorno di abbandonare la casa paterna assieme all'amico e seguace Govinda per andare a vivere con gli ascetici Samana e apprenderne la capacità di vivere con poco o nulla.
Quando i due amici sentono di non avere più nulla da imparare, decidono di recarsi presso la setta del Buddha Gotama, a cui Govinda decide di unirsi, mentre Siddharta sceglie un altro percorso e cerca da solo la sua strada, trovando la compagnia della bella Kamala, una professione ed uno stile di vita che tuttavia non lo soddisfano perché non lo portano all'elevazione morale e spirituale che il giovane ricerca incessantemente.
Ancora una volta, Siddharta abbandona tutto e tutti...

Commento al testo
Come altre produzioni tipiche di Hesse, questo romanzo viene raccontato tramite un narratore esterno al protagonista e le sue vicende sono ambientate in modo molto sfumato ed indefinito nel tempo e nei luoghi, fornendo solo pochi nominativi da cui è possibile dedurre che la vita di Siddharta si sviluppa in terra indiana.
La mancanza di precisione nella collocazione geografica e temporale tuttavia contribuisce a focalizzare meglio l'attenzione sulla sfera interiore del protagonista e sulla sua inquietudine esistenziale, di cui tutte le altre persone con cui Siddharta entra in contatto non sono che elementi a volte complementari e altre volte solo punti di contatto e di confronto della sua morale e delle sue convinzioni.
In mezzo a vari passaggi toccanti e pregni di filosofia, colpisce soprattutto come la vita di Siddharta, liberamente ispirata a quella del vero Buddha, venga vissuta quasi per assoluti, con giudizi netti di superiorità e di inferiorità su persone, fatti e pulsioni e con una costante ricerca dell'elevazione e della purificazione. A proposito di filosofia, tramite le parole e le ricerche del protagonista, Hesse dimostra un certo sincretismo fra dottrine di diversa origine, da quelle sue conteranee, come quelle di Nietzsche e Schopenhauer, a quelle più tipiche delle regioni indiane, come l'induismo ed il buddhismo, arrivando all'elaborazione di un pensiero del tutto unico e personale che culmina in una visione complessa e completa che infine supera tutti gli spunti e le dottrine di partenza.
Approcciarsi alla lettura di questo libro significa addentrarsi in un'affascinante ricerca dal sapore orientale, da cui attingere nozioni e saggezza in un percorso che ancora oggi ha ben pochi metri di paragone per gli assoluti di cui è composta e per le riflessioni essi indotte.

giovedì 26 marzo 2020

Recensione: Aristotele Detective

Aristotele Detective


Autrice: Margaret Doody
Anno di pubblicazione: 1978
Genere: Storico – Giallo
Editore italiano: Mondadori (1980), Sellerio Editore

Sinossi della trama
Nell'Atene da pochi anni conquistata da Alessandro Magno, il facoltoso Boutades viene ritrovato morto con una freccia conficcata nel collo.
Stefanos, un onesto cittadino ateniese in procinto di sposarsi, assiste al funerale del ricco defunto aspettandosi che l'erede seguisse il tradizionale vago giuramento di vendetta agli dei nei confronti dell'ignoto omicida, ma Polignoto, nipote di Boutades, inaspettatamente lancia pubblicamente un anatema di vendetta contro Filemone, cugino di Stefanos esiliato dalla città alcuni anni prima.
Per il giovane si apre quindi un calvario sociale in quanto parente di un accusato di omicidio e designato difensore del cugino assente. Per cercare di uscire dagli impicci e risalire alla verità, Stefanos si rivolge al suo vecchio mentore Aristotele, le cui capacità logiche e deduttive sono sempre state fenomenali anche al di fuori della semplice retorica.

Commento al testo
Il libro si presenta molto peculiare e diverso dall'ordinario: l'autrice canadese infatti non opta per uno stile in terza persona distaccato e classico di molti romanzi gialli precedenti, ma adotta un approccio completamente differente narrando le vicende dall'unico punto di vista di Stefanos, che non è solo il protagonista delle vicende, ma anche voce narrante dell'intero romano dipinto in prima persona.
Altro punto piuttosto curioso è che, differenza di quanto il titolo possa far pensare, il protagonista delle vicende non è il famoso filosofo peripatetico, il quale risulta altresì un comprimario di importanza fondamentale per la risoluzione dell'intricato caso, ma la cui presenza non è né ingombrante né risolutiva come un deus ex machina: Aristotele, la cui brillante caratterizzazione traspare dai dialoghi con Stefanos prima ancora che dalle considerazioni del protagonista, è più una guida che non un risolutore come possono esserlo figure analoghe come Sherlock Holmes o Nero Wolfe.
Altra peculiarità di questo romanzo è l'ambientazione storica del mistero: l'autrice infatti dimostra anche una profonda conoscenza della Grecia ai primordi di quella che oggi è nota come epoca ellenistica e dalle parole e dai pensieri di Stefanos traspaiono tutti gli elementi ed i costumi dell'epoca in maniera viva e vibrante e la sensazione di essere in mezzo all'antica Atene mentre le pagine scorrono si fa palpabile e fornisce uno spaccato di quella che doveva essere la quotidianità di quei tempi.
In definitiva, Aristotele Detective si muove fin dal titolo in una maniera sempre inattesa, fresca e piacevole, con un ritmo mai smorto e con sempre notevoli colpi di scena fino alla degna conclusione del mistero.

mercoledì 25 marzo 2020

Recensione: La Canzone di Shannara

La Canzone di Shannara


Autore: Terry Brooks
Anno di pubblicazione: 1985
Genere: Fantasy
Editore italiano: Mondadori

Sinossi della trama
Dopo gli eventi che lo hanno visto protagonista, Wil Ohmsford è diventato un guaritore e ha formato una famiglia con la zingara Eretria, da cui ha avuto due figli, Brin e Jair. A causa dell'impiego delle Pietre Magiche da parte di Wil, la magia elfica gli è penetrata nel sangue e di conseguenza i suoi discendenti hanno entrambi ereditato una forma di magia piuttosto peculiare, che arrivano a chiamare Canto Magico, poiché con la loro voce sono in grado di ottenere effetti impossibili da raggiungere con la semplice voce.
Ancora una volta, Allanon si rivolge ad un discendente di Jerle Shannara e sceglie proprio alla maggiore dei due fratelli, Brin, in quanto il suo potere di modificare la realtà con il Canto è forse l'unico mezzo con cui sconfiggere l'Ildatch, l'oscuro libro senziente di origine demoniaca che ha dato origine al Signore degli Inganni e che era stato erroneamente creduto distrutto con la sua disfatta decenni prima. Di questa erronea convinzione il tomo ha fatto buon uso, perché nel silenzio e nell'ignoranza generale è riuscito a generare una nuova minaccia, le Mortombre, esseri oscuri abbastanza potenti da conquistare e sovvertire gli Gnomi e a spingerli ad avvelenare le Sorgenti del Fiume Argento e a muovere guerra ai Nani.
Brin allora segue Allanon e a loro si unisce anche Rone Leah, fidanzato di Brin e detentore della Spada di Leah, tesoro di famiglia che diventerà presto un tesoro magico grazie ad Allanon, mentre Jair rimane controvoglia a casa.
Tuttavia anche il più giovane degli Ohmsford deve presto abbandonare la sua dimora quando una Mortombra raggiunge il luogo con una squadra di Gnomi: per quanto il Druido e la sorella non volessero coinvolgerlo, è la minaccia stessa a spingere Jair ad intraprendere una missione pericolosa, armato ancora una volta delle Pietre Magiche.

Commento al testo
Con il consueto stile che ormai lo contraddistingue, fatto di lunghi paragrafi ininterrotti eppure avvincenti al tempo stesso, Terry Brooks descrive gli eventi dai punti di vista dei due protagonisti, i due fratelli Ohmsford, narrando intrecci e situazioni in cui entrambi i protagonisti interagiscono solo indirettamente tra di loro fino al momento finale: nel frattempo costruiscono nuove relazioni e patiscono diversi accadimenti, sofferenze e perdite ed entrambi, ciascuno a modo proprio, sperimentano la magia che è il loro retaggio e ne vivono sulla propria pelle conseguenze e compromessi.
In questo romano, a differenza de Le Pietre Magiche, l'autore non solo sviluppa e tratteggia ulteriormente le Quattro Terre con nuovi luoghi, nuovi personaggi iconici, eventi di portata estrema e una più ampia rappresentazione della magia e delle sue conseguenze, ma riprende e cita direttamente elementi, eventi e luoghi passati nella sua narrazione, in una tela che riesce abilmente a ricollegare insieme vecchi e nuovi elementi: in tal modo l'ex avvocato, divenuto scrittore a tempo pieno, strizza l'occhio ai vecchi lettori e stuzzica la curiosità dei nuovi, dando a tutti quei brandelli di informazioni funzionali alla trama e lasciando lo spunto e la curiosità di recuperare quei romanzi in cui quei luoghi hanno una descrizione più ampia e completa. Questa caratteristica diventerà poi ricorrente nella narrazione di Brooks.

Curiosità
Alcuni personaggi ed elementi centrali di questo romanzo, uno su tutti l'Ildatch, sono stati inseriti forzatamente nell'adattamento televisivo "The Shannara Chronicles" del 2016, ispirato agli eventi descritti nel precedente romanzo Le Pietre Magiche di Shannara, portando a non pochi problemi di coerenza interna e cronologica degli eventi narrati nei volumi coinvolti.

martedì 24 marzo 2020

Recensione: Le Pietre Magiche di Shannara

Le Pietre Magiche di Shannara


Autore: Terry Brooks
Anno di pubblicazione: 1982
Genere: Fantasy
Editore italiano: Mondadori

Sinossi della Trama
Diverse decadi sono trascorse dalla sconfitta del Signore degli Inganni e le Quattro Terre stanno rifiorendo senza ulteriori conflitti di rilievo, anzi con scambi culturali come l'ammissione di Wil Ohmsford nella rinomata comunità di Gnomi guaritori di Storlock. Tuttavia la pace è ancora una volta minacciata da un nemico proveniente da un passato remoto e conosciuto per lo più nelle leggende: stanno infatti tornando nel mondo i Demoni, nemici comparsi negli antichi tempi di Faerie ed esiliati dopo una lunga guerra nel Divieto, una prigione creata dalla magia.
Allanon compare ancora una volta per respingere la minaccia e chiede aiuto proprio a Wil, nipote di Shea Ohmsford ed in possesso delle stesse pietre che proprio il Druido aveva consegnato a suo nonno molti anni prima, sebbene non le abbia mai utilizzate.
I due quindi si recano ad Arorlon, capitale degli Elfi e sede dell'Eterea, un albero argentato la cui magia conferisce il potere di mantenere intatto il sigillo del Divieto. L'Eterea sta purtroppo morendo ed è per tale ragione che il divieto è ormai sul punto di cedere, come l'albero stesso è riuscito a comunicare agli Eletti che la servono e la curano, ma Allanon ha scoperto fra le Storie dei Druidi un possibile rimedio che comunica al Consiglio degli Elfi e al re Eventine Elessedil, l'anziano sovrano che aveva già combattuto contro l'esercito del Signore degli Inganni: uno degli Eletti deve immergere il seme dell'Eterea nel Fuoco di Sangue e riportarlo all'albero morente. Purtroppo i Demoni sono anch'essi al corrente di questo rimedio e alcuni, penetrati attraverso le faglie nel Divieto, riescono a sterminare tutti gli eletti, tranne una: Amberl Elessedil, nipote del sovrano e prima Eletta donna dopo secoli di incarichi esclusivamente maschili, fuggita dalla capitale e dal suo dovere a seguito di alcune visioni.
Allanon e Wil riescono a rintracciare la fuggiasca e a convincerla ad accettare il proprio dovere ed il proprio destino e l'Eterea conferisce proprio ad Amberl il suo seme. La spedizione può quindi partire, mentre Allanon resta ad Arborlon per organizzare l'esercito degli Elfi e dei membri delle altre razze che rispondono alla chiamata contro il pericolo e sostenere l'armata dei difensori con la propria magia contro l'arrivo dei Demoni.

Commento allo stile
Questo libro è il secondo di quello che ad oggi si definisce come il primo “Ciclo di Shannara” ed è stato pubblicato molti anni più tardi rispetto al precedente volume, La Spada di Shannara, ma costituisce anche uno spartiacque letterario: se lo sviluppo degli eventi e la trama di ampio respiro del primo libro hanno delle ispirazioni e delle somiglianze con il Signore degli Anelli, a partire da questo secondo volume l'autore prende in maggiore considerazione una narrazione che non solo descrive minuziosamente gli eventi, ma lascia spazio anche ad un resoconto degli eventi avvenuti ad opera del racconto di altri. Inoltre gli eventi di ampio respiro, come le scene di battaglia, sono rese non solo con un taglio, ma anche con la considerazione dei protagonisti di quello che vedono e vivono in una maniera visibilmente diversa rispetto al primo libro.

Le vicende altresì sono ambientate a diversi anni di distanza e i protagonisti sono discendenti di coloro che avevano avuto un ruolo cardine nella precedente epopea e in quanto tali sono del tutto diversi ed autonomi rispetto ai loro parenti. Ma sono soprattutto i fatti narrati ad essere distinti da quelli della precedente opera: gli spunti iniziali erano infatti già presenti, ma solo accennati nella Spada di Shannara e Terry Brooks riprende proprio quegli elementi apparentemente secondari per sviluppare ulteriormente le Quattro Terre e la loro storia, tratteggiandone ulteriori contorni e riempiendole di luoghi e personaggi che avranno poi un ruolo centrale o una loro ricorrenza lungo tutta la serie di romanzi che verranno in seguito pubblicati.
Vengono inoltre qui posti alcuni temi che saranno altresì una costante nella narrativa di Terry Brooks, uno fra tutti l'uso della magia: soprattutto per bocca di Allanon, la magia non è una risorsa spettacolare, ma qualcosa di potente, utile e pericoloso al tempo stesso, qualcosa che richiede sempre un prezzo da pagare, che non lascia mai chi ne usa uguale a se stesso, nemmeno per la prima volta che ne fa impiego e che può avere conseguenze imprevedibili e anche lontane dagli intenti iniziali di chi lo impiega.
Tale tema si può ravvisare anche come una metafora del potere inteso in senso molto più ampio e le ramificazioni e le conseguenze dell'acquisizione e dell'impiego del potere hanno effetti ampi, a volte deleteri e comunque sempre imprevisti anche sulle persone di questo mondo, non solo delle Quattro Terre.

Curiosità
Da questo romanzo sarebbe dovuto essere tratto un film prodotto dalla Warner Bros, ma i diritti per tale operazione sono scaduti nel 2010 senza portare alla produzione di alcuna pellicola.
Purtroppo ad approfittarne è stata MTV, che con la firma e la collaborazione di Sonar Entertainment, ha prodotto nel 2016 la serie tv The Shannara Chronicles. La serie, trasmessa in Italia da Sky, non si può annoverare come uno degli esempi più riusciti di trasposizione di un'opera letteraria ed è anzi una commercializzazione che in realtà si rivela uno spreco clamoroso di una licenza illustre, a causa di una realizzazione tecnica medicore, uno stravolgimento della caratterizzazione dei personaggi ed un totale riadattamento di vicende ed eventi che hanno creato un'opera sostanzialmente divergente e nei fatti molto più simile ad una versione fantasy di Gossip Girl con qualche taglio di azione in più.

lunedì 23 marzo 2020

Recensione: La Spada di Shannara

La Spada di Shannara


Autore: Terry Brooks
Anno di pubblicazione: 1977
Genere: Fantasy
Editore italiano: Mondadori

Sinossi della trama
La vita scorre tranquilla nella Valle d'Ombra, una località quasi sperduta dove i fratellastri Flick e Shea Ohmsford conducono la locanda di famiglia. Una sera però la quiete viene bruscamente sconvolta dall'arrivo del misterioso Allanon, un Druido giunto per avvertire il giovane Shea che le sue ascendenze elfiche non sono poi tanto comuni: il locandiere è infatti l'ultimo discendente di Jerle Shannara, mitica creatrice dell'omonima Spada, un talismano in grado di svelare la verità e quindi unico strumento in grado di ferire il Signore degli Inganni, un altrettanto antico demonio tornato dalle nebbie della storia per conquistare le Quattro Terre. E ovviamente Shea, per via della sua ascendenza illustre, è un ovvio bersaglio del Signore degli Inganni e dei suoi servitori, i Messaggeri del Teschio.
Assieme al suo avvertimento, Allanon consegna a Shea tre pietre magiche, un altro talismano di origine elfica per dargli protezione, mentre il Druido li precederà a Culhaven, luogo dove spera di riuscire a radunare i rappresentanti e i capi dei popoli per organizzare un'opposizione al tremendo nemico e alla minaccia incombente, oltre ad organizzare una spedizione per recuperare la Spada dalle fucine di Paranor, l'antica fortezza dell'Ordine dei druidi di cui Allanon è l'ultimo esponente.
Ma ovviamente nulla va come previsto...

Commento allo stile
Questo libro è il primo volume di Terry Brooks, all'epoca ancora avvocato statunitense, ambientato nel mondo di Shannara e in cui vengono poste le basi di quelli che saranno i numerosi cicli ambientati nelle Quattro Terre, meglio oggi note al grande pubblico come le saghe di Shannara.
Brooks mostra fin da questo primo libro uno stile unico e riconoscibile, formato da lunghi periodi complessi ed articolati, in cui traspaiono egregiamente i pensieri ed i punti di vista dei personaggi di volta in volta inquadrati, in un mosaico sempre diverso. In tal modo, la lunghezza dei paragrafi non risulta affatto pesante e anzi le pagine catturano, sempre con l'ansia di vedere come la vicenda si svilupperà e come reagiranno i personaggi agli eventi che man mano si susseguono e si concludono all'interno del medesimo volume.

A questo volume è stata spesso mossa spesso la critica di essere stato un plagio della trilogia del Signore degli Anelli condensato in un unico libro.
Dalla lettura del libro emergono effettivamente delle somiglianze: i protagonisti di entrambe le opere sono persone semplici e umili e sotto impulso e tutela di un potente incantatore devono affrontare un lungo viaggio ed enormi pericoli, che vengono superati solo tramite potenti talismani magici e l'aiuto di amici ed alleati di molte razze diverse per avere ragione di un nemico oscuro di natura sovrannaturale; inoltre nella seconda parte de La Spada di Shannara, lo sviluppo degli eventi di ampio respiro sembra rassomigliare notevolmente all'opera tolkieniana, specie nello svolgimento delle scene di guerra e in parte del finale delle vicende.
Benché un'ispirazione sia da ritenersi probabile, essa è del tutto legittima e non si può parlare di plagio: le vicende sono oggettivamente diverse rispetto all'opera di Tolkien, precedente di circa trent'anni il libro di Brooks, i mondi creati dai due autori sono ben distinti e caratterizzati da elementi unici e gli elementi portanti di entrambi i mondi non hanno ulteriori elementi di reciproca ispirazione o anche solo un'origine che possa definirsi comune. Inoltre i vari temi presenti non si possono definire un'esclusiva di Tolkien, perché la ricerca, la compagnia e la lotta contro una minaccia oscura sono ricorrenti in diversi filoni anche piuttosto risalenti nella letteratura, dal ciclo arturiano alle leggende norreni o cinesi.

Tralasciare una polemica sterile ed infondata non potrà che portare alla lettura di un ottimo romanzo fantasy.

Curiosità
Questo libro, disponibile anche in formato e-book, ha riscosso fin da subito un ottimo successo ed è stato il primo fantasy a diventare un best seller dopo il Signore degli Anelli, un risultato egregio che non si vedeva da un trentennio.
Ad oggi esistono in Italia diverse ristampe, la migliore delle quali è edita in un unico volume comprensivo degli altri due volumi della Saga di Shannara.