sabato 28 marzo 2020

Recensione: Narciso e Boccadoro

Narciso e Boccadoro


Autore: Hermann Hesse
Anno di pubblicazione: 1930
Genere: Narrativa – Romanzo di formazione
Editore italiano: Mondadori (3 edizioni del 1933, 1978 e 1981)

Sinossi della trama
Il giovane monaco Narciso è un dotato filosofo e studioso, che già in giovane età viene insignito dell'incarico di assistente di greco nella scuola del Monastero di Mariabronn. Un giorno vi arriva Boccadoro, figlio di un notabile locale, orfano di madre e disprezzato dal padre in quanto erede della peccaminosa natura della misteriosa figura materna.
I due giovani stringono una forte amicizia, ma il percorso da studioso di Boccadoro viene impedito dallo stesso Narciso, il quale gli rivela che la natura del ragazzo non è contemplativa come quella dello stesso monaco, bensì è più sensibile.
Dopo alcune timorose esperienze di violazione delle regole del monastero che sembrano inizialmente sconvolgerlo, Boccadoro conosce infine una donna che per lui è disposta a tradire il marito e il ragazzo decide di abbandonare il monastero e di abbandonarsi appieno alle nuove esperienze che l'amore e i sensi gli offrono e che non ha mai davvero esplorato.
Quella notte, Boccadoro perde la verginità e tutta la vita che aveva precedentemente conosciuto, per intraprendere una vita errabonda, dominata dall'arte e dalla passione.

Commento al testo
Come è suo tratto distintivo, il romanzo di Hesse non ricostruisce in maniera particolarmente accurata il periodo storico in cui le vicende sono ambientate, lasciando l'intero intreccio in un vago passato dal sapore medievale, perché il fulcro dell'opera si basa sul rapporto e l'antitesi tra le visioni e le prospettive di entrambi i protagonisti.
Le vicende di Boccadoro e la sua ricerca passionale e affidata al mondo dei sensi prende la maggior parte del romanzo, dando maggior risalto all'anima inquieta dell'artista, incapace di trovare il proprio posto nel mondo e disposto a correre anche numerosi rischi e a passare sopra a qualsiasi morale per inseguire l'amore e ad assecondare la propria passione fisica nel corso di una vita piena di scoperte piacevoli e dolorose, con una certa influenza anche della filosofia di Nietsche. Per converso, il motore iniziale delle vicende è Narciso, talentuoso e abile studioso e filosofo, è capace di intuire la psiche e la natura delle persone, realizzata dall'autore con un'influenza non solo stilistica delle teorie all'epoca molto diffuse di Jung: queste capacità lo portano ad una vita molto più contemplativa e a cercare risposte, soddisfazione ed illuminazione attraverso lo studio e l'esplorazione delle varie vie della sapienza, che tuttavia appaiono molto più accennate che non effettivamente esplorate dall'autore.
Il romanzo è narrato con una prosa molto introspettiva ed è incentrata soprattutto sulle scoperte e sulla sfera psicologica del personaggio narrante, lasciando quindi i vari personaggi come dei complementi che permettono nuove scoperte ed interazioni piuttosto che essere parte di una narrazione più complessa, ma d'altronde non pare essere questo l'intento dell'autore, che cerca piuttosto di mostrare un percorso per tentare di arrivare ad una verità e ad una serenità superiore che nessuno dei due protagonisti pare essere in grado di raggiungere, non comunque da solo.
Leggere Narciso e Boccadoro significa addentrarsi in un percorso che non tiene conto della normale socialità, che è un elemento che rimane spesso e volentieri sullo sfondo, quasi un'intelaiatura che al tempo stesso sostiene ed intralcia l'esistenza: l'importante è andare alla scoperta di sé, delle proprie inquietudini e del contemperamento o della contrapposizione tra spiritualità e sensibilità materiale alla ricerca di certezze e della serenità.

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