martedì 31 marzo 2020

Recensione: Lo Scudo di Talos

Lo Scudo di Talos


Autore: Valerio Massimo Manfredi
Genere: Storico
Anno di pubblicazione: 1988
Editore italiano: Mondadori (1988, 1990, 2013, 2016)

Sinossi della trama
Il piccolo Kleidemos è uno spartiato con la sfortuna di nascere storpio nell'inflessibile società guerriera spartana e viene quindi abbandonato dal padre alle pendici del Monte Taigeto, affinché venga esposto alla natura e muoia. Tuttavia il piccolo viene trovato dal pastore ilota Kritolaos e cresciuto come un membro della classe più bassa della società spartana.
Un giorno soccorre la giovane Antinea, contadina di cui si stava innamorando, da un'aggressione da parte di alcuni spartiati e benché abbia la peggio le sue capacità di combattente vengono comunque notate da Brithos, capo della banda di assalitori, e la vita di Talos viene risparmiata in quello che non sarà l'ultimo incontro con lui, mentre i Persiani si trovano alle porte della Grecia...

Commento al testo
L'autore ricama un protagonista alquanto peculiare in un periodo storico ben noto, quello delle guerre persiane, inserendolo in un percorso tortuoso tra due realtà sociali molto ampie, complesse ed apparentemente inconciliabili e in questo percorso il protagonista deve anche affrontare un'identità, la propria, sempre oscillante tra tali due realtà.
Questa dualità si ripercuote non solo in tutta l'opera, ma addirittura nell'impianto stesso del romanzo, che è infatti diviso in due parti, in cui in una il protagonista si riconosce come Talos e nell'altra invece come Kleidemos e come tale arriva per lo più a comportarsi.
Interessante è altresì notare come l'antichità sia ricostruita superbamente, non solo nei tratti dei grandi eventi storici, ma anche nelle istituzioni realmente esistite e perfino negli aspetti più marginali e comuni della vita quotidiana e della società spartana del tempo: l'ambiente che ne emerge è vivo, vibrante e credibile e in esso si muovono i personaggi con le loro visioni, passioni, paure, onori e vergogne. Soprattutto, le vicende narrate risultano talmente accurate nella collocazione storica da risultare perfettamente credibili, come se la storia la si stesse vivendo davvero e non fosse una semplice raccolta di eventi come quelli che si studiano sui banchi di scuola.
Ad esse poi si sommano eventi apparentemente soprannaturali, che però trovano la loro coerente spiegazione: droghe, suggestioni, trucchi e torture, riti e celebrazioni religiose sono tutti elementi che contribuiscono a dare ulteriore colore alle vicende e aggiungono quel tocco vivace che non solo spinge gli eventi, ma che era un'altra parte molto presente nella vita dell'epoca.

Curiosità
La ricostruzione effettuata dall'autore degli eventi e delle figure storiche prende a piene mani dalle “vite Parallele” di Plutarco, ma anche molti di quelli che sono dei personaggi minori all'interno della trama sono ricalcati sul modello di figure realmente esistite e che hanno davvero compiuto le azioni descritte nel romanzo, seppur con nomi diversi e con vite e vicende funzionali alla trama.

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