martedì 14 maggio 2024

Segnalazione novità: (Un)Holy Trinity

 (Un)Holy Trinity 


 

Autrice: Barbara Bottalico
Anno di pubblicazione: 2024
Genere: Weird
Casa editrice: Delos Digital

Sinossi della trama

Un racconto in cui ci ho messo l'anima. Anzi, più anime! Ci sono tre persone che vivino vite diverse in diversi posti del mondo.
A Roma c'è Anita, una traduttrice dal giapponese. A Kyoto c'è Koharu, quindicenne aspirante disegnatrice. A Boston c'è la piccola Mary Anne, che aspetta il ritorno di suo padre, un soldato.

Si potrebbe pensare che non abbiano nulla di interessante. Sono tre vite come tante, disperse nel mondo, ognuna con i suoi problemi. Quelli da adulta di Anita, che alterna ore china sul tavolo a un caffè con la sua migliore amica. Quelli da adolescente di Koharu, la cui vita è tutto sommato tranquilla, coccolata e protetta dal padre e dai fratelli maggiori. Una ragazzina che passa anche lei china sul tavolo, ma inchiostra tavole con la china. E infine, quelli da bambina di Mary Anne, che si traducono in antipatia per il fratellino minore, preferenza per la migliore amica, ma anche la spasmodica attesa del ritorno del padre.

Eppure, il demone Belial le spia, anzi: le guarda come se fossero una serie TV molto interessante. 

 

Consigli per gli acquisti

Se conoscete lo stile o comunque volete dare fiducia al racconto dell'autrice dopo aver letto le sue parole riguardo al nuovo racconto, l'ennesimo appena pubblicato grazie alla sua lunga e stimata collaborazione con Delos Digital, trovate il nuovo racconto al seguente link Amazon.

https://amzn.eu/d/8LKGa8q 

Se invece volete acquistare il nuovo racconto direttamente tramite lo store della casa editrice, vi basterà seguire il link di Delos Digital.

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domenica 7 gennaio 2024

Recensione: Il Razziatore

Il Razziatore

 


Autrice: Katy Blacksmith
Genere: Fantascienza - Thriller
Anno di pubblicazione: 2023
Casa Editrice: autopubblicato


Sinossi della trama

Sulla colonia mineraria di Mitila la vita scorre tranquilla: presa nelle solite routine e graziata dal fatto di essere lontana da riflettori ed attenzioni comsiche, la cittadina si è potuta sviluppare e ha potuto integrare nei propri ranghi diversi esponenti di razze diverse, dando ad ognuno il proprio spazio e permettendo a ciascuno di sviluppare i propri talenti senza pregiudizi, ma anzi creando nel tempo una comunità unita e coesa a dispetto della diversità di razze presenti.
Un giorno che sarebbe dovuto essere come gli altri in preparazione ad una prossima festività, tre membri della comunità offertisi volontari per recuperare dei materiali lontani dal centro abitato rischiano di essere aggrediti e rapiti e solo le procedure di sicurezza e lo scrupolo delle misure cautelari personali permettono di sventare l'assalto da parte di un individuo mai visto prima. Quello che tuttavia si scopre sul mezzo usato da quello sconosciuto apre le porte su un orrore inimmaginabile e rimasto nascosto per decenni...


Commento al testo

Il romanzo, seguito de "La Bestia di Pter", si ambienta in un universo molto ampio e tutt'altro che luogo di civiltà universale ideale: è una realtà letteralmente cosmopolita e costellata di problemi tipici dei rapporti tra civiltà, che però non trascendono mai in scenari di guerra o conflitti su larga scala come invece tipico di tante altre produzioni del genere, avvicinando l'opera a scenari più affini all'ottica di Star Trek piuttosto che quella fantasy futuristica di Star Wars. L'autrice tuttavia non si sofferma mai su aspetti troppo tecnici e in tal modo non rischia di perdere per strada i lettori meno avvezzi alla scienza, in quanto la narrazione si focalizza invece sugli aspetti più sociali del mondo letterario, lasciando solo vaghi rimandi sulle tecnologie utilizzate per viaggi spaziali e simili dettagli. Anzi, le varie infrastrutture galattiche sono usate soprattutto per rendere più agevole e plausibile lo svolgimento degli eventi e per creare un modo organico di far dipanare la trama senza gli ostacoli che sarebbero tipici di un mondo come il nostro o di un universo immerso in contesti in preda a frizioni e conflitti costanti. In un quadro simile, l'autrice riesce anche a coinvolgere un paio di figure provenienti dal pianeta Terra e a renderle armonicamente parte della narrazione sfruttando abilmente i miti sui rapimenti alieni terrestri e giustificando l'arretratezza del nostro pianeta rispetto al resto della civiltà cosmica per non rendere nemmeno la razza umana protagonista o parte preponderante dell'universo narrativo, differenziandosi quindi da opere come il già citato Star Trek o la saga videoludica di Mass Effect.

La vicenda principale riguarda l'indagine derivata dallo sventato attacco a Mitila, che fin da subito assume contorni macabri e deviati e diventa sempre più intricata e complessa, fin quasi frustrante eppure necessaria per arrivare a scoprire e fermare chi si cela dietro il rapimento dei tre membri della colonia, cittadini scelti a caso da un posto isolato e di cui praticamente nessuno si sarebbe curato, se non a livello locale e forse nemmeno in quello, se la comunità di appartenenza non fosse stata abbastanza coesa e solidale con tutti i suoi membri. Ciò che maggiormente risalta per tutto il corso della lunga indagine è il fatto che il male può essere subdolo, strisciante, capace di operare indisturbato per lungo tempo e creare non pochi danni senza essere individuato quando chiunque pensa solo al proprio piccolo appezzamento e non solleva mai la testa e la propria voce... quello che invece i protagonisti di questa vicenda non fanno: per quanto orrendo appia il caso fin dall'inizio, nessuno cede alla tentazione di voltare la testa dall'altra parte per dimenticare in fretta i primi accenni di una storia oscura e tenebrosa o di demandare ad altri quel compito che in fin dei conti non sarebbe nemmeno un loro dovere in senso stretto, ma anzi proseguono e portano avanti fino in fondo gli sforzi e le indagini, anche quando queste arrivano a punti morti o trovano ostacoli nella stessa voglia di altre persone ed autorità di non occuparsi del caso e di lasciare ad altri la gestione di qualcosa di inconcepibile per la normale società ed il comune sentire.

Agli eventi legati all'indagine riguardante l'oscurità che man mano viene a galla si allacciano e si intrecciano diversi altri temi e diversi personaggi, tra cui due già comparsi nel precedente romanzo e che fanno il loro ritorno in scena in maniera inattesa anche per loro, dopo anni di apparente pace e di fragile normalità, incrinata dall'avvicendarsi di eventi al di là della loro volontà e portata.
In mezzo alle indagini, le vicissitudini personali hanno la loro rilevanza e portano il loro peso: i legami, il modo e la tempra con cui le difficoltà vengono affrontate, la necessità di combattere le avversità e la profondità dell'amore verso una persona tanto diversa da sé sono solo alcuni degli aspetti che rendono la narrazione variegata ed avvincente. Molta rilevanza assumono anche altri temi strettamente interconnessi dall'autrice: la tolleranza e la capacità di accettazione, l'inclusione e l'accoglienza e gli sforzi fatti per raggiungere uno scopo di pace e di convivenza pacifica senza moralismi o obblighi di natura politica emergono con naturalezza e costituiscono un sogno, un ideale da raggiungere anche senza l'ausilio di alcuni espedienti e "trucchi segreti" tipici dell'universo narrativo sviluppato dall'autrice.
In particolare l'intento emerge con chiarezza grazie allo spazio dedicato alla razza dei "furliani", che richiamano più o meno velatamente i "furiani" di cinematografica memoria. Dove però il pianeta distrutto di Riddick ha una connotazione vaga di civiltà fiera formata da notori guerrieri e assassini privi però di qualsiasi vero tratto distintivo e di cui lo stesso personaggio interpretato da Vin Diesel è (forse) l'ultimo esponente vivente, la razza furliana viene tratteggiata con molta più cura dall'autrice, a cominciare dalla descrizione dei tratti fisici che giustificano il timore verso colossi scuri alti tre metri e dotati di corazze naturali eppure capaci di movimenti rapidi e silenziosi... eppure basta poco, basta guardare oltre i pregiudizi legati all'apparenza fisica di tale sfortunata razza dispersa per scoprire che c'è anche una cultura longeva e raffinata dietro ai tratti fisici poderosi, cultura che ha i suoi lati affascinanti e può essere anche integrata in altri ambienti, con beneficio di tutta la comunità. Basta credere alla possibilità e lavorarci con costanza per rendere possibili i risultati di un'efficace e vera integrazione e presentare gli stessi benefici anche ad altri centri di influenza per rendere possibile la diffusione di un modello capace di migliorare la vita di tutti.
A ciò è intrecciato anche un altro tema che costituisce l'altro lato della medaglia: un elemento malato e deviato può essere capace di fare molti danni e creare scempio e orrore con atti di un'immoralità aberrante e anche senza una ragione vera a giustificarne la natura malata, ma la responsabilità è o quantomeno dovrebbe essere sempre individuale e specifica e non gettare discredito sull'intera comunità o pregiudicare l'immagine che altri hanno di essa. Se ciò spesso avviene nei casi di razze e comunità numerose, non sempre ciò si riscontra verso altre civiltà ed il timore che i propri segreti possano essere giudicati male e portare a reazioni scomposte e violente non è mai del tutto placato o nascosto, soprattutto quando questi stessi segreti, pur usati a fin di bene, possono essere letti in chiavi meno bonarie da chi non è capace di comprenderli ed apprezzarli.

Anche i segreti rivestono un'importanza non secondaria all'interno del contesto e della storia  narrata nel romanzo: che siano individuali o più estesi a livello comunitario, i segreti sono sempre condizionanti e il timore che altri possano scoprirli e reagire male per timore ed ignoranza non è mai qualcosa di leggero o facile da gestire e sono diversi i personaggi che risentono del peso legato alla necessità di agire in maniera tale da non alimentare nemmeno il sospetto dell'esistenza di tali segreti. Un peso che a volte diventa infinitamente gravoso da sostenere e che non può essere retto per sempre da soli, a dispetto di ogni più buona volontà o incrollabile determinazione.
A volte però lo stesso peso rischia di diventare una necessità quando persone di cui ci si aspetta la collaborazione e comprensione arrivano a negare entrambe e a far perdere di conseguenza anche fiducia e sostegno. Quando poi è la famiglia d'origine a operare tale ostinato rifiuto a credere anche all'evidenza e a non muoversi o prestare soccorso di fronte ai pericoli manifesti proprio quando ve ne sarebbe più bisogno, l'autrice dimostra con sagacia come la forza per sopportare ed opporsi alle avversità arriva dai legami spesso più sottovalutati: quelli derivanti dal proprio impegno e costruiti con persone esterne alle proprie radici, quelli costruiti con la famiglia che si arriva a scegliere e creare invece di quella da cui si è nati.

In mezzo a questi e altri temi, la storia procede con un ritmo sempre costante, incalzante e pronto a sollevare nuovi temi, quesiti e pezzi di un puzzle di non facile soluzione: tra flashback, discussioni ed approfondimenti e qualche occasionale scena d'azione, si alternano di volta in volta i vari punti di vista di tutti i protagonisti coinvolti, siano essi positivi o negativi, in un modo da rendere ogni volta chiaro al lettore lo svolgimento della storia, senza tuttavia anticipare mai troppo la direzione in cui gli eventi porteranno il lettore. Lo svolgimento è reso particolarmente piacevole da leggere perché tutti i personaggi sono finemente tratteggiati e hanno tutti una personalità viva e coerente e soprattutto ben diversificata e mai si ha la sensazione di vedere la vicenda secondo occhi tutti uguali tra loro o stereotipati.

Gli unici difetti, che però non pregiudicano in alcun modo la godibilità complessiva dell'opera, riguardano alcuni passaggi in cui l'autrice mostra in rapida rassegna i punti di vista di più personaggi coinvolti nella medesima concitata scena e altri in cui fa un uso addirittura sovrabbondante di virgole e parentesi non necessarie, che arrivano purtroppo a spezzare un ritmo altrimenti fluido dall'inizio alla fine.

In definitiva, scoprire chi o cosa sia il Razziatore porta il lettore a fare un lungo e piacevole viaggio in mezzo a stelle lontane e molto più avanzate del nostro Sistema Solare.

mercoledì 8 marzo 2023

Segnalazione d'occasione marzo 2023: Il Presidio


 

 


Autrice: Barbara Bottalico
Casa Editrice: Delos Digital
Genere: Horror (tema zombie)


Estratto dalla Parte I: Sangue e succhi gastrici colarono sul viso del bambino , tanto che Alice ebbe l’istinto di pulirlo, e fece mezzo passo avanti. [...] Alice pensò che se le mura fossero già complete, al posto della rete in filo spinato, qualcuno avrebbe potuto sparare a quei bambini dalla torretta. Solo dopo rifletté che il pensiero di “sparare a dei bambini da una torretta” era orribile.


Commento e consigli per gli acquisti

Per tutti gli amanti del genere horror e dei racconti infarciti di zombie, è in corso una grande promozione: l'intero racconto de Il Presidio di Barbara Bottalico, è infatti disponibile in tutte e tre le sue parti ad 1€ ciascuna e la promozione durerà per l'intero mese di marzo.
Per tutti gli interessati, i racconti sono disponibili ai seguenti link: 

Parte I: https://www.amazon.it/presidio-Barbara-Bottalico-ebook/dp/B094Z4GPXW/ref=mp_s_a_1_2?qid=1678270488&refinements=p_27%3ABarbara+Bottalico&s=digital-text&sr=1-2&text=Barbara+Bottalico


 

Parte II:  https://www.amazon.it/presidio-parte-II-Barbara-Bottalico-ebook/dp/B09G5N4RGQ/ref=mp_s_a_1_1?qid=1678270488&refinements=p_27%3ABarbara+Bottalico&s=digital-text&sr=1-1&text=Barbara+Bottalico


 

 Parte III: https://www.amazon.it/presidio-parte-III-Barbara-Bottalico-ebook/dp/B0BDWC5H2M/ref=mp_s_a_1_3?qid=1678266984&refinements=p_27%3ABarbara+Bottalico&s=digital-text&sr=1-3&text=Barbara+Bottalico


 

sabato 7 gennaio 2023

Recensione: Giudizi Universali

 

Giudizi Universali




Autrice: Aurélie Ezquerra
Genere: narrativa
Anno di pubblicazione: 2022
Casa Editrice: autopubblicato


Sinossi della trama 

Elena, Marilena e Giulia sono tre donne di tre età e generazioni diverse che si ritrovano tutte legate, ciascuna a modo proprio, alla tragedia dei tristemente noti Anni di Piombo. Quegli anni sono forieri di conseguenze che non sono solamente quelle riportate dalle cronache e dagli atti giudiziari, sia per chi li ha vissuti attivamente per scelta sia per chi si è semplicemente trovato nella posizione di danno collaterale.


Commento al testo

Si può dare una definizione sintetica di questo romanzo a tre voci: difficile.

L'autrice affronta infatti l'epoca degli anni Settanta, dei crimini commessi dai movimenti armati e delle conseguenze a lungo termine in una maniera molto bella e sorprendente: impiega infatti uno stile in prima persona per tutto il romanzo, in cui ciascuna delle protagoniste è voce narrante di una parte della vicenda, che è poi il racconto delle parti salienti della propria vita. In ciascuna parte in cui è suddiviso il romanzo, la protagonista di turno è impegnata in una sorta di dialogo con una delle altre due, ma il dialogo non è concreto: non avviene infatti tra personaggi che si parlano l'uno di fronte all'altro, bensì è un discorso rivolto ad una persona assente e addirittura sconosciuta alla voce che narra le vicende, ma ugualmente si rivolge a lei perché ha avuto un impatto non indifferente su di lei e ripercorre questo impatto esistenziale dandole del “tu”. In tal modo la voce narrante sembra quasi rivolgersi fittiziamente in alcuni momenti anche al lettore, avvicinandosi così all'espediente meglio noto come “rottura della quarta parete”, sebbene l'intento dell'autrice non sia mai evidentemente questo: il lettore non è mai chiamato direttamente in causa da chi descrive l'arco della propria vita, ma in questo modo può ritrovarsi ad essere in prima persona l'interlocutore di Elena, Marilena o Giulia e interfacciarsi con la narratrice dall'altro lato del libro.
In ogni parte, l'autrice parla con la voce della donna ai giorni presenti e si riferisce al passato e in tal modo descrive una vicenda di fantasia che è invero credibile: sfruttando anche i giusti riferimenti e contesti storici, racconta in modo colloquiale diversi fatti come chiunque farebbe nel raccontare il proprio passato. Per la stessa ragione, la narrazione non avviene in ordine cronologico, ma la narrazione passa tra vari spezzoni ed eventi che descrivono eventi che poi si intrecciano in un gioco di alternanze e ricongiungimenti tra i quali intercorrono anche vari anni, ma che riescono a mantenere comunque sempre chiaro l'ordine e lo svolgimento dell'intera storia, anche quando la fine delle vicende viene ampiamente anticipata e tutti i fatti si ritrovano a spiegare e ricongiungersi a quel preciso momento di anticipazione.


Ciò che rende difficile approcciarsi al testo non risiede nel tratto stilistico, quanto nelle vicende storiche e nei personaggi, in particolare quello di Elena, che è anche la prima voce narrante. L'autrice non entra mai davvero nel novero e nel merito delle discussioni ideologiche di chi è stato protagonista di quelle battaglie e non giustifica mai il fenomeno dei brigatisti o il loro operato e nemmeno entra nei dettagli più minuziosi di come si siano svolti determinati fatti: il suo merito è invece quello di riuscire a tratteggiare la psiche di chi si è resa responsabile di crimini atroci ed efferati e li ha commessi con convinzione assoluta, senza mai pentirsi di essere stata in guerra o di averla persa, ma è stata anzi in grado di continuare a vivere senza provare nemmeno rimorso o pentimento per le malefatte commesse. Si tratta della voce indubbiamente più controversa e con la quale è difficile riuscire ad empatizzare, specie alla luce di quanta sofferenza è stata arrecata di propria mano e per il rifiuto di riconoscere di aver commesso qualcosa di sbagliato.
Le altre due voci invece sono per certi versi speculari e complementari alla prima: se Elena ha causato parecchio dolore senza mai guardarsi indietro, Marilena è la voce di chi è rimasta vicino a rimettere insieme i cocci di chi ha dovuto soffrire le conseguenze di tali scelte, con la pazienza e l'amore di una persona resiliente e diametralmente opposta a chi infligge il male senza pensarci due volte perché necessario o di ostacolo alla propria causa. Una persona che con tenacia e forza d'animo riesce ad essere felice nonostante tutto e nonostante le alternative che avrebbero potuto portarle un futuro forse più brillante, ma in fondo meno felice rispetto alle proprie scelte e non all'altezza del proprio coraggio.
Giulia invece è la voce di chi ha patito il semplice esistere ed essere frutto indesiderato di altrettante scelte, che per ironia della sorte si ritrova invischiata nelle conseguenze di anni che non ha vissuto sulla propria pelle e a cui non si è mai accostata con il pensiero, ma che ha lasciato comunque il segno su altre persone che a lei si accostano e che devono trovarsi a fare i conti col proprio passato. Un passato che per quanto presenti un conto salato e delle conseguenze innegabili per l'immutabilità di ciò che è stato fatto, non è comunque una condanna definitiva, perché di fronte e al fianco della persona giusta, è possibile comunque cambiare anche vita in maniere altrimenti imprevedibili o impossibili.


Il romanzo tratta di diversi temi, senza mai entrare nel politico e senza mai dare un giudizio netto tra giusto o sbagliato: il metro di giudizio morale è lasciato nelle mani del lettore nelle sue sole convinzioni personali e non è mai questo l'importante, perché tutte e tre le voci hanno un loro vissuto ed un loro modo di affrontare la vita e il dolore, che inevitabilmente arriva a colpire l'esistenza di chiunque in vari modi e per varie ragioni. Ciò che conta è come lo si vive e come si reagisce ad esso, indipendentemente se è conseguenza del proprio percorso, dell'essere entrati e usciti dalle vite degli altri o delle proprie stesse origini.
Così come non c'è un unico modo di vivere le gioie e i dolori della vita, allo stesso modo non c'è nemmeno un unico modo di arrivare al Giudizio Universale profetizzato, che è tra gli altri il leit motiv che dà il titolo al romanzo: c'è chi vi crede, chi pensa che non sia reale, chi pensa che sia proprio dovere fare qualcosa di buono per rendere il mondo più giusto e chi si impegna a fare la propria parte per renderlo possibile. Di fronte a tante prospettive diverse, è impossibile dire quale sia quella corretta, ma solo arrivare a concludere che ognuno ha la propria visione e solo il tempo potrà rivelare quale si avvicini di più alla verità.

In tal senso, non c'è un vero e proprio lieto fine o un finale da osservare, perché la vita di ognuno ha il proprio finale e arrivarci non è sempre facile o felice, ma è solo una questione di come si vive e di come si arriva al proprio giudizio finale.

martedì 14 giugno 2022

Recensione in anteprima: La favorita del Re


Recensione in Anteprima: La Favorita del Re

 



Autrice. Loretta Minnozzi

Genere: Divertissement, romanzo epistolare, narrativa breve
Anno di pubblicazione: agosto 2022


Sinossi della trama

Una visita culturale ad un antico maniero ricco di storia porta ad una svolta più unica che rara: durante un intervallo tra le spiegazioni della guida turistica, uno scintillio fra le frasche del giardino permette di scoprire uno scrigno sepolto e dimenticato nei secoli, contenente diverse lettere provenienti da passato lontano.


Commento al testo

Di primo acchito, questo piccolo volume si può ritenere tranquillamente un'ode al passato in tutto e per tutto: prima ancora che nel registro stilistico, l'autrice infatti utilizza e ricicla a modo proprio diversi concetti, modi e stilemi narrativi di altri autori per dare corpo a qualcosa che però si rivela infine nuovo, che imita e si distacca al tempo stesso dai modelli di riferimento più evidenti.

La cornice narrativa richiama con assoluta prepotenza lo stesso espediente utilizzato dal Manzoni nella sua opera più nota, i Promessi Sposi: anche il ben noto scrittore ottocentesco finge infatti di aver ritrovato ed aggiornato un antico manoscritto di un ignoto autore per ridare vita a vicende ipoteticamente vissute in un passato lontano e da lui stesso invece inventate e ambientate all'interno di una cornice storica realistica. Sempre restando sull'aspetto formale e stilistico dell'opera, il fulcro è composto da varie lettere che vengono riportate dall'autrice nel giusto ordine, lasciando così alle parole dirette scritte dai vari personaggi la descrizione dei loro rapporti e della vita dell'epoca, senza filtri o narrazioni intermedie di sorta, avvicinandosi così alla forma del romanzo epistolare che era altrettanto in voga in tempi passati. Ma a differenza di romanzi più noti di quel genere o di altri romanzi consimili, come ad esempio le Ultime lettere di Jacopo Ortis o Dracula di Bram Stoker, il tono dell'opera è decisamente più leggero e anzi è agli antipodi rispetto ai testi più classici.

Le varie lettere vorrebbero inscenare vari scambi epistolari tra la Contessina Artemisia, una giovane rampolla di buona famiglia cattolica che ha suscitato le attenzioni del Re di Francia in persona al punto da volerla come sua nuova amante e quindi Favorita, e vari interlocutori ad un livello sociale piuttosto elevato. Le varie epistole si inseriscono idealmente all'interno di vicende storiche passate sospese nel tempo e nello spazio, in cui la precisione cronistorica non è così pregnante quanto invece la visione del mondo cortese e dell'alta società di un tempo che viene resa dalle varie lettere: il modo di scrivere ampio, ricercato e desueto dei vari testi rimanda a modi di fare che soprattutto nell'immaginario comune dovevano essere quelli dei nobili, tanto pomposi e prolissi da essere anche baroccheggianti e distanti da tutto e da tutti, nel tentativo di dare una patina di raffinatezza a ciò che invece non ne aveva in sostanza alcuna. Lo stesso contenuto delle lettere è spesso piuttosto palese in tale intento dissacrante dell'alta società del passato, proprio perché è molto poco plausibile che certe confidenze venissero fatte per via epistolare... e soprattutto venissero fatte da certi personaggi dai nomi e dai titoli altisonanti e che sono in realtà smaccati rimandi ai tempi odierni.

La vera particolarità dell'opera che davvero la allontana dai modelli di riferimento e li reinventa fino al punto da avvicinare il testo al genere del divertissement è dato non dalla sospensione dell'incredulità, ma dai tanti dettagli disseminati con sagacia dall'autrice, a cominciare dai nomi stessi di alcuni degli autori delle varie lettere, che non fanno nemmeno un grande sforzo per nascondere la connessione, i riferimenti e la parodia di temi e vicissitudini molto più presenti ed attinenti al XXI secolo piuttosto che al vago Cinquecento in cui le lettere sono idealmente collocate: i vari timori verginali di una ragazza prescelta per diventare la nuova concubina del potente e vanaglorioso sovrano, i dubbi e le riflessioni filosofiche di Artemisia e le relative risposte, le indiscrezioni di vari servitori e paggi, i programmi e le intromissioni dei genitori della Contessina mascherano dietro a ricostruzioni storiche l'intento anche piuttosto aperto di prendere di mira e dileggiare sfacciatamente diversi aspetti e anche non poche concezioni dell'epoca contemporanea, fornendo una visione e una parodia dei tempi moderni tramite uno schermo narrativo sottile e stilisticamente ricercato al tempo stesso.

L'epilogo, che giunge molto presto, lascia molto spazio alla fantasia e su come i rapporti e la vita della protagonista siano proseguiti, ma al tempo stesso lasciano anche al lettore tempo e modo di riflettere e ragionare sui tanti temi proposti senza dilungarsi in una cornice narrativa troppo stringente.

lunedì 29 novembre 2021

Recensione: Lacryma

 

Lacryma


Autrice: Domenica Lupia
Genere: psicologico, romanzo di distruzione

Anno di pubblicazione: 2021


Sinossi della trama

Michele Liguori, un ragazzo come tanti iscritto alla Facoltà di Filosofia, si ritrova ricoverato in un innominato ospedale di Roma in condizioni innominabili. E assistito da un'infermiera per lui senza nome, nelle sue precarie condizioni fisiche e mentali, si ritrova a ripercorrere gli eventi che lo hanno portato a finire in quel letto d'ospedale, da solo e abbandonato da tutto e tutti.


Commento al testo

La storia narrata dall'autrice non è una di quelle che si possono incrociare tutti i giorni, non sulle pagine di un libro: non è infrequente nelle opere di letteratura vedere personaggi che si ritrovano in coinvolti per le più varie ragioni a percorrere una strada di perdizione, di autoannichilimento e di dannazione, un personaggio la cui dimensione anche narrativa e le sue possibilità di salvezza sono proporzionali all'economia del racconto. Molto più raro è invece vedere come tale strada venga percorsa e soprattutto vista dall'interno, vissuta e raccontata da chi tale strada la imbocca e ne viene per molti versi trascinato e per altri invece la segua scientemente.

Il tratto che contraddistingue più di tanti altri Lacryma risiede nella sua attualità e nel fatto che il protagonista potrebbe essere un qualsiasi ragazzo del giorno d'oggi: al pari del “Giovane Holden” la narrazione avviene in prima persona e lo stile ed il tono del racconto sono gli stessi che potrebbero essere tipici di qualsiasi ragazzo che attraversa una certa fase, abbastanza giovane, della propria vita e lo fa senza avere una particolare robustezza interiore o una rete di supporto fatta di amici e parenti fidati e capaci di venire in tempestivo soccorso delle fragilità altrui. Ma se il protagonista dell'opera di Salinger alla fine torna a casa ed ha una sorellina anche più forte di lui, pronta e capace di aiutarlo a non andare del tutto alla deriva, Michele Liguori è uno dei tanti giovani soli che hanno avuto la sfortuna di incontrare la persona sbagliata al momento sbagliato e di non resistere al suo influsso, al fascino perverso di una sorta di dandy trasandato e fuori posto che però ha quel qualcosa che convince gli altri a dargli retta.

La discesa agli inferi del protagonista è per certi versi analoga e contraria al Ritratto di Dorian Gray, opera peraltro citata in Lacryma: se infatti Dorian Gray è un personaggio che perde man mano umanità diventando un individuo sempre più oscuro, abietto ed aberrante eppure quasi mai scoperto nella sua natura perversa, il ragazzo protagonista è invece vittima della propria incapacità di riconoscere il pericolo rappresentato da un novello Dorian Gray già privo di scrupoli o coscienza e nel giro di un nulla viene preso e pervertito da una figura meschina e sagace, capace di sedurre ed ingannare, irretire senza essere mai del tutto chiaro o del tutto onesto e di riplasmare e ricreare la mente delle sue vittime, capace di portarle su qualsiasi strada voglia e soprattutto di fargliele accettare e volere, giocando coi sentimenti altrui e creando dipendenze su vari livelli.

Ciò che più colpisce e che non può lasciare indifferente il lettore è il modo in cui tutto è reso in maniera realistica, come l'intera vicenda, seppur inventata, possa essere tremendamente comune e possa capitare a chiunque di poter essere irretito dalla persona sbagliata, come quel soggetto apparentemente bello e perfetto possa arrivare ad avere un ascendente tale da annullare, tenere in pugno e dominare un'altra persona in maniera pressoché totale. Contribuisce a rendere il tutto credibile e a tratti anche disturbante il fatto che il protagonista potrebbe essere un qualunque ragazzo dalla mente tanto aperta e fragile che non si rende del tutto conto di quanto la persona che arriva addirittura ad amare sia una personalità invece ben diversa da come la vede, tanto malata dentro da non provare alcuna pietà o rimorso per quello che fa e da indurlo a cambiare anche radicalmente, a fargli cambiare gusti ed inclinazioni e persino a provare e diventare dipendente da sostanze psicotrope varie, a vivere in menage e condizioni sempre più degradanti e a compiere azioni normalmente inaccettabili per procurarsi altra droga e soprattutto ad amare tutti questi deterioramenti in maniera malsana e perversa. Persino in quei momenti in cui la negatività dell'altro diventa palese ed innegabile e anzi il male compiuto e la manipolazione anche sfacciata sono ormai evidente fonte di compiacimento, persino quando il male viene compiuto di fronte ai suoi stessi occhi, la volontà della vittima di andarsene e spezzare il circolo vizioso diventa flebile e velleitaria in presenza di quella persona, che a tutti gli effetti è la vera droga, il vero veleno, il vero ed unico male che possa arrivare a colpire un qualunque giovane indifeso di fronte a tanta seducente e sempre più inebriante malignità.

Le conseguenze ed il degrado fisico e mentale della dipendenza non solo dalla droga sono la sgradevole conseguenza che è ovvia solo per il lettore, che non può che seguire impotente l'annientamento di Michele Liguori, disposto persino a morire per far cessare le sofferenze fisica procurategli dalle conseguenze del voler seguire ciecamente quell'amore sbagliato eppure radicato in ogni fibra di corpo, mente ed anima... un amore cancerogeno, la fine del quale è l'unica condizione che possa portare ad una qualche speranza di una minima salvezza o di un inizio di un recupero di sé, anche quando potrebbe essere già troppo tardi per poter riprendere la propria vita.

sabato 16 ottobre 2021

Cover Reveal: Le mele e il miele

COVER REVEAL!

 

LE MELE E IL MIELE

 

 


Nova Librarian ha l'onore ed il piacere di rivelare in anteprima la copertina di una nuova opera di prossima pubblicazione: Le mele e il miele, di Silvia Iside



 

 

TITOLO: Le mele e il Miele
AUTRICE: Silvia Iside
GENERE: Narrativa
PREZZO E-BOOK: 3,49€
PREZZO CARTACEO: 9,99€
DATA DI RILASCIO: 20 ottobre 2021

 

 

 

 

 

 

 

TRAMA: A Cristina piacevano le mele e il miele, questo il significato del titolo che, con una sfumatura di fiabesca poesia, ci porta dritto al cuore della vicenda: un amore tutto al femminile del passato che riprende forma in un presente dai contorni sfumati come un acquerello.​
Nessuna fiaba per Sally, la pragmatica protagonista che incontra (per caso?) la sua vecchia fiamma, forse l'unica che l'abbia fatta sentire viva. Gli anni sono trascorsi eppure la bellezza non è sfiorita, o forse c'è bellezza anche nella sconfitta e nella solitudine che porterà le due donne a riallacciare la loro difficile relazione. Qualcosa però resta nell'ombra, o qualcuno: un pericolo incombe, una presenza dolce si nasconde, parole non dette e passi pesanti risuonano dietro gli angoli della sera estiva.​
La storia di Sally e Cristina trova la forza nel suo essere silenziosa, provinciale, triste e languida, ma contiene un grido di speranza che ci esorta a non smettere mai di combattere.