domenica 7 gennaio 2024

Recensione: Il Razziatore

Il Razziatore

 


Autrice: Katy Blacksmith
Genere: Fantascienza - Thriller
Anno di pubblicazione: 2023
Casa Editrice: autopubblicato


Sinossi della trama

Sulla colonia mineraria di Mitila la vita scorre tranquilla: presa nelle solite routine e graziata dal fatto di essere lontana da riflettori ed attenzioni comsiche, la cittadina si è potuta sviluppare e ha potuto integrare nei propri ranghi diversi esponenti di razze diverse, dando ad ognuno il proprio spazio e permettendo a ciascuno di sviluppare i propri talenti senza pregiudizi, ma anzi creando nel tempo una comunità unita e coesa a dispetto della diversità di razze presenti.
Un giorno che sarebbe dovuto essere come gli altri in preparazione ad una prossima festività, tre membri della comunità offertisi volontari per recuperare dei materiali lontani dal centro abitato rischiano di essere aggrediti e rapiti e solo le procedure di sicurezza e lo scrupolo delle misure cautelari personali permettono di sventare l'assalto da parte di un individuo mai visto prima. Quello che tuttavia si scopre sul mezzo usato da quello sconosciuto apre le porte su un orrore inimmaginabile e rimasto nascosto per decenni...


Commento al testo

Il romanzo, seguito de "La Bestia di Pter", si ambienta in un universo molto ampio e tutt'altro che luogo di civiltà universale ideale: è una realtà letteralmente cosmopolita e costellata di problemi tipici dei rapporti tra civiltà, che però non trascendono mai in scenari di guerra o conflitti su larga scala come invece tipico di tante altre produzioni del genere, avvicinando l'opera a scenari più affini all'ottica di Star Trek piuttosto che quella fantasy futuristica di Star Wars. L'autrice tuttavia non si sofferma mai su aspetti troppo tecnici e in tal modo non rischia di perdere per strada i lettori meno avvezzi alla scienza, in quanto la narrazione si focalizza invece sugli aspetti più sociali del mondo letterario, lasciando solo vaghi rimandi sulle tecnologie utilizzate per viaggi spaziali e simili dettagli. Anzi, le varie infrastrutture galattiche sono usate soprattutto per rendere più agevole e plausibile lo svolgimento degli eventi e per creare un modo organico di far dipanare la trama senza gli ostacoli che sarebbero tipici di un mondo come il nostro o di un universo immerso in contesti in preda a frizioni e conflitti costanti. In un quadro simile, l'autrice riesce anche a coinvolgere un paio di figure provenienti dal pianeta Terra e a renderle armonicamente parte della narrazione sfruttando abilmente i miti sui rapimenti alieni terrestri e giustificando l'arretratezza del nostro pianeta rispetto al resto della civiltà cosmica per non rendere nemmeno la razza umana protagonista o parte preponderante dell'universo narrativo, differenziandosi quindi da opere come il già citato Star Trek o la saga videoludica di Mass Effect.

La vicenda principale riguarda l'indagine derivata dallo sventato attacco a Mitila, che fin da subito assume contorni macabri e deviati e diventa sempre più intricata e complessa, fin quasi frustrante eppure necessaria per arrivare a scoprire e fermare chi si cela dietro il rapimento dei tre membri della colonia, cittadini scelti a caso da un posto isolato e di cui praticamente nessuno si sarebbe curato, se non a livello locale e forse nemmeno in quello, se la comunità di appartenenza non fosse stata abbastanza coesa e solidale con tutti i suoi membri. Ciò che maggiormente risalta per tutto il corso della lunga indagine è il fatto che il male può essere subdolo, strisciante, capace di operare indisturbato per lungo tempo e creare non pochi danni senza essere individuato quando chiunque pensa solo al proprio piccolo appezzamento e non solleva mai la testa e la propria voce... quello che invece i protagonisti di questa vicenda non fanno: per quanto orrendo appia il caso fin dall'inizio, nessuno cede alla tentazione di voltare la testa dall'altra parte per dimenticare in fretta i primi accenni di una storia oscura e tenebrosa o di demandare ad altri quel compito che in fin dei conti non sarebbe nemmeno un loro dovere in senso stretto, ma anzi proseguono e portano avanti fino in fondo gli sforzi e le indagini, anche quando queste arrivano a punti morti o trovano ostacoli nella stessa voglia di altre persone ed autorità di non occuparsi del caso e di lasciare ad altri la gestione di qualcosa di inconcepibile per la normale società ed il comune sentire.

Agli eventi legati all'indagine riguardante l'oscurità che man mano viene a galla si allacciano e si intrecciano diversi altri temi e diversi personaggi, tra cui due già comparsi nel precedente romanzo e che fanno il loro ritorno in scena in maniera inattesa anche per loro, dopo anni di apparente pace e di fragile normalità, incrinata dall'avvicendarsi di eventi al di là della loro volontà e portata.
In mezzo alle indagini, le vicissitudini personali hanno la loro rilevanza e portano il loro peso: i legami, il modo e la tempra con cui le difficoltà vengono affrontate, la necessità di combattere le avversità e la profondità dell'amore verso una persona tanto diversa da sé sono solo alcuni degli aspetti che rendono la narrazione variegata ed avvincente. Molta rilevanza assumono anche altri temi strettamente interconnessi dall'autrice: la tolleranza e la capacità di accettazione, l'inclusione e l'accoglienza e gli sforzi fatti per raggiungere uno scopo di pace e di convivenza pacifica senza moralismi o obblighi di natura politica emergono con naturalezza e costituiscono un sogno, un ideale da raggiungere anche senza l'ausilio di alcuni espedienti e "trucchi segreti" tipici dell'universo narrativo sviluppato dall'autrice.
In particolare l'intento emerge con chiarezza grazie allo spazio dedicato alla razza dei "furliani", che richiamano più o meno velatamente i "furiani" di cinematografica memoria. Dove però il pianeta distrutto di Riddick ha una connotazione vaga di civiltà fiera formata da notori guerrieri e assassini privi però di qualsiasi vero tratto distintivo e di cui lo stesso personaggio interpretato da Vin Diesel è (forse) l'ultimo esponente vivente, la razza furliana viene tratteggiata con molta più cura dall'autrice, a cominciare dalla descrizione dei tratti fisici che giustificano il timore verso colossi scuri alti tre metri e dotati di corazze naturali eppure capaci di movimenti rapidi e silenziosi... eppure basta poco, basta guardare oltre i pregiudizi legati all'apparenza fisica di tale sfortunata razza dispersa per scoprire che c'è anche una cultura longeva e raffinata dietro ai tratti fisici poderosi, cultura che ha i suoi lati affascinanti e può essere anche integrata in altri ambienti, con beneficio di tutta la comunità. Basta credere alla possibilità e lavorarci con costanza per rendere possibili i risultati di un'efficace e vera integrazione e presentare gli stessi benefici anche ad altri centri di influenza per rendere possibile la diffusione di un modello capace di migliorare la vita di tutti.
A ciò è intrecciato anche un altro tema che costituisce l'altro lato della medaglia: un elemento malato e deviato può essere capace di fare molti danni e creare scempio e orrore con atti di un'immoralità aberrante e anche senza una ragione vera a giustificarne la natura malata, ma la responsabilità è o quantomeno dovrebbe essere sempre individuale e specifica e non gettare discredito sull'intera comunità o pregiudicare l'immagine che altri hanno di essa. Se ciò spesso avviene nei casi di razze e comunità numerose, non sempre ciò si riscontra verso altre civiltà ed il timore che i propri segreti possano essere giudicati male e portare a reazioni scomposte e violente non è mai del tutto placato o nascosto, soprattutto quando questi stessi segreti, pur usati a fin di bene, possono essere letti in chiavi meno bonarie da chi non è capace di comprenderli ed apprezzarli.

Anche i segreti rivestono un'importanza non secondaria all'interno del contesto e della storia  narrata nel romanzo: che siano individuali o più estesi a livello comunitario, i segreti sono sempre condizionanti e il timore che altri possano scoprirli e reagire male per timore ed ignoranza non è mai qualcosa di leggero o facile da gestire e sono diversi i personaggi che risentono del peso legato alla necessità di agire in maniera tale da non alimentare nemmeno il sospetto dell'esistenza di tali segreti. Un peso che a volte diventa infinitamente gravoso da sostenere e che non può essere retto per sempre da soli, a dispetto di ogni più buona volontà o incrollabile determinazione.
A volte però lo stesso peso rischia di diventare una necessità quando persone di cui ci si aspetta la collaborazione e comprensione arrivano a negare entrambe e a far perdere di conseguenza anche fiducia e sostegno. Quando poi è la famiglia d'origine a operare tale ostinato rifiuto a credere anche all'evidenza e a non muoversi o prestare soccorso di fronte ai pericoli manifesti proprio quando ve ne sarebbe più bisogno, l'autrice dimostra con sagacia come la forza per sopportare ed opporsi alle avversità arriva dai legami spesso più sottovalutati: quelli derivanti dal proprio impegno e costruiti con persone esterne alle proprie radici, quelli costruiti con la famiglia che si arriva a scegliere e creare invece di quella da cui si è nati.

In mezzo a questi e altri temi, la storia procede con un ritmo sempre costante, incalzante e pronto a sollevare nuovi temi, quesiti e pezzi di un puzzle di non facile soluzione: tra flashback, discussioni ed approfondimenti e qualche occasionale scena d'azione, si alternano di volta in volta i vari punti di vista di tutti i protagonisti coinvolti, siano essi positivi o negativi, in un modo da rendere ogni volta chiaro al lettore lo svolgimento della storia, senza tuttavia anticipare mai troppo la direzione in cui gli eventi porteranno il lettore. Lo svolgimento è reso particolarmente piacevole da leggere perché tutti i personaggi sono finemente tratteggiati e hanno tutti una personalità viva e coerente e soprattutto ben diversificata e mai si ha la sensazione di vedere la vicenda secondo occhi tutti uguali tra loro o stereotipati.

Gli unici difetti, che però non pregiudicano in alcun modo la godibilità complessiva dell'opera, riguardano alcuni passaggi in cui l'autrice mostra in rapida rassegna i punti di vista di più personaggi coinvolti nella medesima concitata scena e altri in cui fa un uso addirittura sovrabbondante di virgole e parentesi non necessarie, che arrivano purtroppo a spezzare un ritmo altrimenti fluido dall'inizio alla fine.

In definitiva, scoprire chi o cosa sia il Razziatore porta il lettore a fare un lungo e piacevole viaggio in mezzo a stelle lontane e molto più avanzate del nostro Sistema Solare.

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