lunedì 29 marzo 2021

Recensione: Leggende di Phaedra

 Leggende di Phaedra




Autore: Fabio Guerrini
Genere: Fantasy
Anno di pubblicazione: 2020
Editore italiano: Bré Edizioni

 

Sinossi della trama
La vita scorre in maniera consueta per i vari popoli del mondo di Phaedra, con varie esistenze pacifiche a margine degli screzi ed i conflitti tra i regni e le etnie. Tuttavia a volte accadono prodigi e portenti capaci di sconvolgere le esistenze non solo dei singoli individui, ma anche di intere regioni e uno di tali fatti prodigiosi è preannunciato dall'eclissi di Eilia e Tenebris, le due lune che costellano le notti di Phedra.
Tale evento e gli sconvolgimenti che avvengono nella "notte dei demoni" non sono altro che il primo segno, precursore di tanti altri eventi destinati a mutare per sempre il volto e gli equilibri del mondo.


Commento al testo
Come è ormai consuetudine del genere, questo romanzo non è che il primo di quello che si preannuncia come un ciclo di un numero di volumi ancora non ben definito, ma di cui si vedono bene le potenzialità.
Il libro si presenta corredato di mappa e glossario di termini e personaggi e in ciò recupera a piene mani la tradizione di altri autori ed opere come il Ciclo di Death Gate di Weiss e Hickmann, che riportavano una struttura analoga, oppure come il ciclo de La fede e l'Inganno firmato da John Gwynne, di cui non condivide però lo spessore in termini di volume e numero di pagine.
Le similitudini con le saghe richiamate non si arrestano a livello di macrostruttura, perché lettura non si pone come impegnativa e anzi le pagine sono scritte con uno stile che parte lentamente da lunghe premesse per iniziare a mostrare tutti i diversi fili, ma quando la trama inizia a dipanarsi tutto diventa molto più fluido e scorrevole ed i vari paragrafi invogliano a continuare la lettura per scoprire cosa attenda i vari personaggi e quali siano gli sconvolgimenti che presto o tardi andranno ad affrontare. La nascita e la crescita dei vari personaggi e lo spazio dedicato agli anni e ai momenti salienti della loro formazione e trasformazione nelle loro versioni adulte possono trovare un paragone affine all'andamento de L'Ombra del Corvo, il primo libro del ciclo del Canto del Sangue di Anthony Ryan, di cui buona parte di esso è dedicato all'infanzia e all'addestramento del protagonista. Nelle Leggende di Phaedra questo percorso è decisamente più sintetico, in virtù anche della maggior presenza di protagonisti, ma non per questo è meno importante per comprenderne poi gli sviluppi e la psicologia. I punti di vista si fanno spesso molteplici e non sempre i vari paragrafi seguono distintamente l'ottica di un solo protagonista, specie quando la scena è dominata da diversi personaggi assieme, ma il filo del discorso non si perde mai ed emerge sempre con chiarezza l'ottica di chi si ritrova a vivere i punti più importanti della trama.
Quello che emerge chiaramente dal romanzo è il tema di fondo della sofferenza e del continuo sconvolgimento, a cui è però necessario reagire per non soccombere o subire conseguenze anche peggiori della propria inerzia. Ciò è testimoniato dalle vicende che avvolgono i vari protagonisti nei loro percorsi di crescita: ognuno di essi infatti vive anche dei bei momenti e delle parentesi serene, ma ogni volta la felicità giunge al termine in maniera improvvisa e spesso traumatica e mai priva di strascichi e conseguenze non solo estrinseche.
Il mondo di Phaedra non è una mera cartina composta solo da nomi di vari luoghi, ma è dipinto e presentato al lettore con dovizia di particolari: il mondo ha una sua storia ben definita, una sua geografia, è abitata da vari popoli che vantano ognuno una propria cultura e proprie tradizioni ed entro ogni confine si verificano in egual misura atti eroici ed ingiustizie consumate anche alla luce del sole... e le proprie credenze religiose e delle entità sovrannaturali che decidono a proprio modo di manifestarsi per la salvezza o la distruzione, anche a coloro che non vi credono o hanno per varie ragioni perso la fede. Un mondo dove la buona e la cattiva sorte si alternano per tutti, singoli individui o popoli interi.

Il romanzo è chiaramente un'opera prima e in quanto tale non è esente dalle problematiche tipiche di uno stile non ancora perfezionato. Quel che non convince pienamente riguardo all'opera è il ritmo di alcune parti: come già accennato, la prima parte del romanzo parte lentamente e ciò è dovuto al fatto che i primi capitoli abbondano di passaggi descrittivi quasi didascalici sulla storia del mondo e la geografia di vari luoghi, che servono a tinteggiare il teatro delle vicende, ma condensati in poche pagine rendono i passaggi molto nozionistici, quasi ostici e poco interessanti, col rischio di apparire quasi fini a se stessi più che utili ai fini della trama. In altri punti si assiste invece ad un curioso allargamento delle parti descrittive, mentre altri tratti che meriterebbero più spazio ed attenzione vengono trattati per sommi capi e con una fretta quasi sbrigativa.
Inoltre l'autore fa ricorso a delle espressioni e a delle frasi ad effetto che si rivelano però collocate male nel contesto della narrazione ed ottengono invece l'effetto di dare fin troppa anticipazione al lettore e creare quindi una caduta della suspance che sarebbe stata altrimenti assicurata.
In altre occasioni invece i flashback e le spiegazioni a ritroso trovano una collocazione curiosa e di difficile inquadramento, perché non ben introdotte e capaci di spezzare il ritmo della narrazione, ma si rivelano comunque molto più funzionali e rivelatori dei già citati passaggi storico-geografici.

Perdonando e superando i rallentamenti di un ritmo altalenante, la lettura nel suo complesso si rivela avvincente, una volta presa confidenza con le terre e i popoli che abitano Phaedra, e risulta piacevole aspettare di vedere cosa accadrà: la curiosità per gli eventi che vengono a crearsi viene stimolata dall'inizio alla fine del libro, capace di intessere una vicenda di ampio respiro come da migliore tradizione del genere e che appare ben lungi dal concludersi a breve.
C'è lo spazio affinché l'autore riesca a creare un mondo ancora più articolato e a consolidare al tempo stesso lo stile dosando meglio il ritmo tra azioni e spiegazioni: il talento si vede e la strada è tracciata affinché il mondo di Phaedra diventi a pieno titolo uno dei grandi mondi dell'universo fantasy.


Consigli per gli acquisti
La lettura è consigliata a tutti gli amanti del genere fantasy, in quanto questo è l'inizio di un ciclo che si preannuncia molto interessante e ricco di potenzialità. Esordio che è possibile reperire qui.

martedì 23 marzo 2021

Cover Reveal: Nigredo

 COVER REVEAL!

ANIMA DI CRISTALLO

NIGREDO

 


 

Nova Librarian ha l'onore ed il piacere di rivelare in anteprima la copertina di una nuova opera di prossima pubblicazione: Anima di Cristallo, di Zoe Blac.


  TITOLO: Anima di Cristallo 
  SOTTOTITOLO: Nigredo
  AUTRICE: Zoe Blac
  EDITORE: BRÈ EDIZIONI
  EDIZIONE: seconda
  VOLUME: 1 di 2 (Nigredo e Albedo)
  SERIE: Dilogia
  GENERE: Contemporary Romance
  PREZZO: E-Book € 3,99
  PREZZO CARTACEO: € 20,00
  PAGINE: 570
  DATA PRE-ORDER: 23 Marzo 2021
  PROMO a 1,99€ (per le prime ventiquattro ore)
  DATA di RILASCIO: 13 Aprile 2021
CURIOSITA': inizialmente nata come trilogia, in questa nuova avventura i primi due volumi NIGREDO e RUBEDO saranno uniti in un unico romanzo. Scoprirete ALBEDO, secondo e ultimo volume, prima dell’estate 2021.
 

TRAMA
Michelle lascia l’Italia per raggiungere Londra, dove inizia uno stage come fotografa per la famosa rivista di moda REVOlution. Un viaggio che non è solo un’opportunità di lavoro, ma che significa anche mettersi alle spalle una storia d’amore finita male. Il nuovo ambiente, le inattese amicizie e insolite conoscenze le permettono di affrontare il percorso con ottimismo e determinazione.
Nella capitale britannica Michelle conosce anche Rush, un uomo affascinante, con un pesante passato ed un comportamento ambiguo. Scontrarsi, per loro, è inevitabile: un filo d’acciaio si tende tra i due, un legame che li fa collidere ed allontanare in una continua altalena di emozioni, nelle quali la donna dimostra tutta la sua determinazione a lottare per ottenere ciò in cui crede.
Cosa si cela nelle pieghe profonde della paura dei legami? Qual è la distanza minima che separa ciò che è ingiusto per noi stessi da ciò che è giusto per l'amore?

L'AUTRICE: ZOE BLAC
Zoe Blac è una imprenditrice di larghe vedute. Artista poliedrica, laureata all'Accademia di Belle Arti di Bologna, dopo due master importanti per la sua formazione professionale, avvia una brillante carriera nel B2B, dove è attiva a tutt’oggi.
Nella vita privata ha un compagno ed è mamma di un bambino coi ricci biondi. Scrive sotto diversi pseudonimi, disegna ed è appassionata di musica e design, compone storie da quando è bambina.

Il suo primo romanzo, auto pubblicato nel 2016, è CLAUSTROFOBIA: un racconto erotico noir che fa parte della Dilogia del Buio assieme a NEMESI e si conclude con la novella INCANTO.
Nel 2021, oltre alla riedizione della serie di ANIMA DI CRISTALLO verranno alla luce pubblicazioni molto diverse tra loro, tra le quali tre spin-off legati ad Anima di Cristallo, un romanzo a quattro mani ambientato nel mondo del BDSM e una raccolta di fiabe noir che faranno parte di un importante progetto.
Zoe parteciperà anche alla fiera del Romance di Milano.

CONTATTI BRÈ EDIZIONI
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CONTATTI AUTRICE
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mercoledì 17 marzo 2021

Recensione: The Monsters Circus

The Monster Circus

 


 
Autrice: Valentina Palomba
Anno di pubblicazione: 2020
Genere: Fantasy - Poetica
Editore italiano: Bré Edizioni

Sinossi della trama
In un paese remoto e senza nome giunge un circo itinerante che mette in scena diversi portenti ed impiega diversi soggetti che a volte non sembrano o davvero non hanno nulla di umano o comunque di naturale o normale. Questo è il punto forte degli spettacoli che si ripetono ogni sera, uguali e diversi ogni volta e sempre riescono a suscitare diverse emozioni negli spettatori, incantati da quella che ritengono la magia del circo.
Fra tutti gli abitanti del luogo estasiati dalla magia del circo, l'unico scettico è William, uomo di scienza e pilastro della comunità in quanto unico medico del paese. Tuttavia le voci che gli arrivano si rivelano troppo numerose per non suscitare la sua curiosità e una sera il buon medico decide quindi di assistere ad uno di questi spettacoli, pur pieno di ogni dubbio.
Il suo spirito muta ben presto quando in scena compare la creatura più bizzarra che abbia mai visto: un'arpia dagli occhi di colori diversi e dal corpo composto da due parti uguali ed antitetiche al tempo stesso. Tale visione ha su di lui un effetto molto diverso ed unico rispetto a quello che prende gli altri abitanti del paese... un effetto tale da spingerlo a voler incontrare di persona e da vicino tale creatura, anche a prezzo di andare contro le regole del circo e non soltanto del circo...

Commento al testo
Approcciandosi alla lettura di quest'opera, prima fatica pubblicata dall'autrice, la definizione più immediata che si può dare al testo sipuò riassumere in una parola: inusuale.
Rispetto a tanti libri e volumi che si possono trovare dello stesso genere, l'autrice sceglie una forma letteraria molto diversa dai soliti canoni, in quanto l'intero racconto è narrato in versi, in una concatenazione di rime baciate dalla prima all'ultima riga, creando così una narrazione poetica nel senso più letterale dell'espressione. I puristi della metrica potrebbero obiettare la mancanza di una struttura metrica precisa, ma la struttura più libera rispetto ai dettami e alle regole della poesia classica non si rivela affatto un difetto: l'opera infatti non vuole essere un'antologia di poesie e neppure un poema epico come quelli omerici, bensì un racconto che in modo similare ai due generi citati se ne distacca, ne prende gli aspetti migliori e riesce a narrare degli eventi e trattare dei temi che per converso tanto leggeri non sono.
Il fatto che il racconto sia stato steso in versi senza avere una struttura metrica predefinita o ricorrente consente altresì all'intero impianto narrativo di scorrere in maniera molto fluida e leggera: le varie strofe si susseguono con un ritmo che invoglia la lettura e a continuare a leggere i versi successivi per sapere cosa succede alla rima successiva, senza mai perdersi in momenti morti o in passaggi pesanti. Al tempo stesso questo stile consente all'autrice di concentrare la narrazione solo sull'essenziale, lasciando all'immaginazione del lettore il compito di riempire tutti i dettagli che altrimenti sarebbero stati coperti con descrizioni più o meno lunghe ed articolate, che però avrebbero appesantito inutilmente il ritmo della narrazione.
Notevole in tal senso è il fatto che, a parte il protagonista e pochi altri personaggi, nessuno sia visto o presentato con un nome, bensì viene compare in scena solo con la sua qualifica, con il modo in cui appare o per il suo vero o supposto ruolo sociale.

Sempre in tema di essenzialità, a colpire e ad essere davvero pregevole è anche l'ambientazione dell'opera: il paese dove si svolgono le vicende non ha un nome, non ha un volto, non ha un colore o una definizione precisa e nemmeno un'epoca storica ben definita. Il quadro viene tratteggiato con pochi versi essenziali che donano un'atmosfera del tutto particolare ed individuano un posto fuori dal mondo e fuori dal tempo. Ciò consente ad ogni paese, ogni luogo ed ogni tempo di essere adeguati a quanto narrato: ad essere rilevanti sono infatti pochi elementi che possono facilmente trovare collocazione e spazio a ridosso della natura di qualsiasi luogo geografico e la storia può avvenire in una qualsiasi notte di una qualsiasi epoca, persino quella più moderna.
Come già accennato, con la sua narrazione apparentemente leggera il racconto si addentra a toccare diversi temi tutt'altro che scontati o banali: l'apparenza esteriore, il giudizio che viene dato su tale base e il modo in cui tale giudizio venga anche sfruttato per mero opportunismo sono solo alcuni dei temi che appaiono fin da subito evidenti nelle prime strofe.
Man mano che però le strofe proseguono e le vicende si susseguono, appaiono altri temi importanti e l'interesse e le interazioni tra il medico e l'arpia sono infatti fulcro e motore per mostrare qualcosa di molto più profondo e spesso difficile da vedere, ma non per questo meno sublime: quasi tutta l'opera è infatti incentrata su quanto la diversità non sia e non debba essere solo motivo di dileggio o di orrore o anche di sfruttamento e di emarginazione e che sotto la superficie vi sia spesso qualcosa da scoprire. Tuttava, con altrettanto realismo ed un approfondimento psicologico notevole, l'autrice mette in mostra anche come questa ricerca dell'altro e l'esplorazione della sua diversità non rimanga mai senza conseguenze: per poter saggiare e scoprire il buono ed il bello del diverso, è necessario ed inevitabile anche mutare se stessi e non rimanere arroccati nelle proprie posizioni e nel proprio atteggiamento di presunta superiorità, di supponenza, di arroganza, di superficialità o di disinteresse verso tutto ciò che non sia usuale o consueto secondo la società. Si tratta di un percorso che può apparire difficile e che può portare a compiere azioni impensabili senza la spinta a muoversi verso l'altro ed il diverso, azioni che possono anche apparire riprovevoli o biasimevoli dal punto di vista della società di appartenenza, ma che con il giusto spirito possono essere compiuti senza praticamente avvertirne alcun peso e che portano a cambiamenti interiori che avvengono con una naturalezza travolgente, imprevista ed imprevedibile fino a pochi giorni prima.
Non bisogna tuttavia credere che tutto il diverso sia sempre buono, perché come nella propria comunità esistono individui incapaci di vedere e di capire qualsiasi cosa vada al di là delle proprie convinzioni e dei propri interessi, altrettanto in altri individui o in altri gruppi diversi esiste o può esistere qualcuno che non è intenzionato a portare del bene e con questi individui occorre fare i conti con fermezza per liberarsi della loro influenza. La grande lezione mostrata dalle strofe di quest'opera è che dando spazio agli altri e ad accettare il buono che anche il diverso può dare, si aprono non poche possibilità, impensabili finché si resta da soli o nelle proprie convinzioni e che alla fine riescono a rendere anche molto differenti rispetto a come si era in origine. Ciò vale peraltro non solo per se stessi, ma anche per gli altri, che a propria volta possono essere arricchiti e ricevere del bene dalla medesima apertura e dal confronto con se stessi.
Vi sono ulteriori temi che vengono trattati o a volte solo accennati e il testo nel suo svolgimento sembra trarre spunti e fare riferimenti ad altre opere e personaggi più blasonati, ma se ciò può anche apparire come un omaggio a figure e storie come il Dottor Dolittle o The Greatest Showman, allo stesso tempo il modo in cui tali riferimenti appaiono è reso in maniera assolutamente funzionale alle vicende narrate e non si avverte alcuna sensazione di plagio o fastidio per quelli che si rivelano essere dei "topoi" e dei "camei" letterari dosati con perizia.

Il circo dei mostri è in buona sostanza una lettura avvicente, con un ritmo sempre incalzante e che permette di toccare e rilettere su molti temi profondi che hanno un'importanza notevole anche nella società odierna ed infondono un senso di speranza di miglioramento di cui c'è sempre bisogno tramite l'accettazione della diversità, propria ed altrui.

Consiglio per gli acquisti
Qualora la recensione abbia destato l'interesse per l'opera commentata e recensita, è possibile acquistarla direttamente al seguente link: The Monsters Circus