venerdì 3 aprile 2020

Recensione: Cime Tempestose

Cime Tempestose



Autrice: Emily Bronte
Genere: Romanzo Vittoriano
Anno di pubblicazione: 1847
Editore italiano: F.lli Treves (1926, 1934), Garzanti (1941), Utet (1950), Fabbri (1961) Bur-Rizzoli (1978, 2012, 2013, 2017), Mondadori (1983, 2012), Newton Compton (1993), Bompiani (2018) , Einaudi (2019)

Sinossi della trama
Il ricco Mr. Lockwood affitta la tenuta di Thrushcross Grange, abitazione sperduta nella brughiera inglese, per sfuggire all'affollato e caotico ambiente cittadino. In una visita ai vicini e al padrone della tenuta, Mr. Heathcliff, viene sorpreso da una tempesta e viene quindi malvolentieri ospitato nella casa colonica di Wuthering Heights, dove risiede l'enigmatico e distaccato locatore assieme ad altri individui che mal si sopportano. Nel corso della notte avviene un fenomeno particolare: un fantasma sembra apparire alla finestra dell'ospite e Heathcliff, sorprendentemente, sembra volerlo far entrare invece di scacciarlo.
Ammalatosi in seguito a tali eventi, Lockwood si fa raccontare dalla governante Nelly Dean la storia della tenuta e le origini di quell'evento singolare. La donna allora rievoca le lontane memorie, proprie e altrui, di quello che è stato un grande e tormentato amore...

Commento al testo
L'opera unica di Emily Bronte, oggi annoverata tra i grandi classici della letteratura inglese, è un libro che colpisce molto per struttura, stile ed eventi narrati.
Il libro infatti presenta una curiosa struttura simmetrica al suo interno: i primi e gli ultimi capitoli del romanzo sono avulsi dagli eventi e sono posteriori ad essi, tratteggiando le conseguenze di ciò che è avvenuto decenni prima dell'arrivo di Lockwood, inconsapevole narratore degli stessi per mezzo di testimonianze dirette o indirette. Gli altri capitoli sono invece equamente suddivisi nel dare spazio alle vicende e ai patimenti di due generazioni delle due famiglie coinvolte e sconvolte da Heathcliff, famiglie che anche nel numero dei componenti presentano una struttura identica: un capofamiglia e due discendenti, oltre alla servitù. Tutta una simmetria curiosamente e forse irrealisticamente perfetta, frutto del gusto dell'epoca vittoriana, che viene tuttavia turbata ed irrimediabilmente sconvolta per sempre dall'arrivo in casa di un orfanello accolto per pietà.

Lo stile riprende la tecnica, diffusa nell'Ottocento, della narrazione a posteriori tramite il racconto dei fatti da parte di fonti esterne alla voce narrante, ma a differenza di altre opere più o meno coeve, l'autrice non arriva a dipingere una vicenda a lieto fine e non muove grandi critiche alla società del suo tempo: quel che viene invece salta all'occhio è il modo netto e vibrante con cui i sentimenti sono resi dai vari personaggi, di come le loro emozioni sono vivide e palpabili e soprattutto la loro intensità in certe parti anche violenta e travolgente, in particolar modo quelle di Heathcliff e delle persone che coinvolge e sconvolge con il suo amore, il suo odio e le sue manipolazioni passionali e meschine al tempo stesso.

Il romanzo presenta una vicenda molto terrena, ambientato in un territorio ben definito e ben noto ai lettori del tempo, quello della brughiera inglese: in tale luogo ampio ed indistinto al tempo stesso si dipana una storia in cui un solo piccolo essere di radici ignote e sconosciute è in grado di portare scompiglio con la sua presenza e con la sua passionalità turbolenta non in una, bensì in due generazioni, con la sua forza interiore impetuosa come quella di una tempesta, che gli consente di arrivare dove vuole e che non si arrende nel suo desiderio nemmeno di fronte alla morte.
Tuttavia, in mezzo ad una storia concreta in tutti i suoi elementi, appaiono anche degli elementi sovrannaturali la cui natura non è né spiegata né smentita dall'autrice e che non rimangono a semplice corredo di una vicenda intricata e tormentata: difficile comprendere se tali elementi vogliono aggiungere un tocco particolare all'ambientazione riprendendo dal folklore inglese riguardo agli ambienti della brughiera oppure se risentano di una qualche influenza da parte dei coevi romanzi gotici, ma di fatto la storia contiene anche qualche influenza da parte di eventi inspiegabili e forse sovrannaturali.

Curiosità
Il romanzo, pubblicato originariamente nel 1847 sotto lo pseudonimo di Ellis Bell, non venne accolto favorevolmente dalla critica del tempo per la sua struttura più complessa di quella di altri romanzi senza narratore oggettivo e soprattutto per la sua inconsueta violenza nella rappresentazione delle emozioni e dei sentimenti, al punto che venne inizialmente tacciato di immoralità.

Dalla seconda edizione, pubblicata postuma dalla sorella Charlotte nel 1850, l'opera è stata riabilitata, studiata e tradotta, tanto da avere anche citazioni e paragoni anche in altri studi letterari e citazioni in opere musicali.
Dall'opera sono stati tratti anche vari adattamenti cinematografici più o meno fedeli e persino due sceneggiati RAI, del 1956 e del 2012.

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